GROSSETO – Non ho mai pianto quando ero bambino, per cose che non potevo mai avere. Povero è vero a più non posso, mi ha fatto crescere in fretta col camice più bello. Io che ringrazio Dio per avermi fatto medico guerriero. Ora ho un dolore nel mio petto ed è il respiro l’abito più brutto.
Inizia così la canzone “L’abito più bello” di Claudio Orlando, “cantautore da strapazzo” 69enne di Giuncarico (Gavorrano), dedicata – come ci spiega – “ai medici ed operatori sanitari, che si sono sacrificati per tutti noi durante la pandemia ed oltre”.
Claudio, originario di Giuncarico che ora vive a Batignano (Grosseto), scrive canzoni dal 2010. “Non sono famoso perché le mie canzoni raccontano il sociale – spiega Orlando -. Ho iniziato dieci anni fa con “Una voce sola “ – è stata la prima canzone per una squadra di calcio -, seguita da “Il sogno”, dedicata al maresciallo Santarelli ucciso barbaramente durante un rave nell’entroterra maremmano. Tra tutti, sono orgoglioso di avere scritto due canzoni, “Gli angeli di Amatrice” e “La nostra bandiera”, che hanno ricevuto l’elogio sia del presidente della Repubblica che del Santo Padre”.
E annuncia: “A dicembre arriverà “Maremma grossetana”, e per il 2021 ho in serbo un pezzo sui nonni e sui clochard”.
Di seguito il testo di “L’abito più bello”.
Non ho mai pianto quando ero bambino
Per cose che non potevo mai avere
Povero è vero a più non posso
Mi ha fatto crescere in fretta con il camice più bello
Io che ringrazio Dio per avermi fatto un medico guerriero
Ora ho un dolore nel mio petto
Ed è il respiro l’abito più brutto
Ed è così che ho perduto la mia donna
Ed è così che ho smarrito la mia strada
Non chiami il medico di turno
Ma resti la prego accanto a me
Mi tenga per favore la mia mano
E vedrà che mi addormenterò piano piano
Ti chiedo scusa per tutte le volte che non ho saputo dire: “Ti amo”
Scusa se qualche volta io non ti ho capito
Ma una cosa non ho mai dimenticato
Le notti ti ho sempre accarezzato
Quel viso un po’ invecchiato ma che ho sempre amato