GROSSETO – Domani, mercoledì 14 ottobre, si svolge in tutta Italia la mobilitazione dei precari della scuola per dire No al concorso in presenza in questo momento di emergenza sanitaria da Covid-19 e per chiedere un percorso di stabilizzazione in sicurezza.
Anche le sigle sindacali di Grosseto aderiscono alla manifestazione con un sit-it dalle 17 alle 18.30 davanti alla Prefettura, in piazza fratelli Rosselli.
“Dal 22 ottobre al 16 novembre è previsto l’espletamento delle prove scritte del concorso straordinario, riservato a 64 docenti precari con almeno tre anni di servizio – spiegano da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Gilda -; questa procedura mette la scuola e tutto il personale in forte difficoltà, prima di tutto per la sicurezza sanitaria e poi anche per motivi organizzativi.
Infatti il concorso comporta lo spostamento di migliaia di persone: gli iscritti per partecipare alle prove si sposteranno da una città all’altra, o anche da una regione all’altra, ci sono poi gli insegnanti che vanno a comporre le commissioni concorsuali che dovranno spostarsi in base a dove vengono assegnati; a questi va aggiunto il personale di vigilanza e gli addetti alla sanificazione dei locali.
Va considerato che tutte queste persone coinvolte sono personale della scuola, che nei giorni del concorso non potrà essere in servizio, mettendo in difficoltà il normale svolgimento delle lezioni e che poi rientrerà a scuola aumentando il rischio di contagio.
Le organizzazioni sindacali chiedono quindi di bloccare lo svolgimento delle prove sia per le conseguenze che l’esposizione al contagio potrebbe avere su tutto il personale coinvolto e per l’aumento del rischio al momento del rientro nelle scuole; sia perché il bando non prevede delle prove di recupero per i candidati che non possono partecipare alla convocazione perché in quarantena o in sorveglianza sanitaria; perdendo così l’occasione di una stabilizzazione attesa da anni. Considerando che si tratta di docenti con supplenze nelle scuole, purtroppo è piuttosto probabile che un certo numero di candidati si trovi in questa situazione.
Le nostre scuole possono assicurare il servizio grazie alla presenza di docenti precari storici che necessitano di un approccio specifico che riconosca il valore dell’esperienza pluriennale maturata, come previsto da provvedimenti legislativi entrati in vigore e poi traditi da legislature meno propense a riconoscere tale valore.
Ad oggi si assiste all’ adozione da parte del Governo di nuove chiusure e limitazioni legate all’emergenza sanitaria, che non sembrano in alcun modo essere considerate a tutela del personale e dell’intera comunità scolastica, per questo la Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Gilda hanno organizzato un giorno di mobilitazione con sit-in nel rispetto delle misure di distanziamento e di protezione.
Ormai da mesi è venuta meno la disponibilità del Ministero dell’Istruzione ad un confronto con le parti sociali, con il risultato che sul fronte delle assunzioni si è registrato un vero fallimento delle misure annunciate con solo 24 mila posti assegnati a fronte degli 84 mila annunciati; il precariato che aumenta e viene messo in difficoltà sempre di più e continua a mancare un percorso di abilitazione che garantirebbe personale preparato e stabile.
Le organizzazioni sindacali con questa protesta chiedono di cambiare le prove concorsuali con prove orali via web e la valutazione dei titoli dei candidati, in modo da garantire in tempi brevi la stabilizzazione dei precari e la sicurezza di tutti, dal personale coinvolto agli alunni.
Inoltre è necessario stabilizzare sul sostegno, tramite prova orale, i docenti specializzati; si tratta di personale già selezionato e formato per questo ruolo e che con contratti precari sta già insegnando, la loro stabilizzazione garantirebbe la continuità didattica agli alunni con disabilità oltre che la presenza di personale specializzato in questo ruolo.
Infine è assolutamente una priorità avviare dei percorsi abilitanti a regime – concludono -, in modo che il percorso per diventare insegnanti sia stabilito sia nei tempi che nella formazione, per garantire qualità nell’insegnamento e un contratto stabile ai lavoratori”.