GROSSETO – «I numeri dell’emergenza sanitaria legata al coronavirus purtroppo non mentono. La curva del contagio è da tenere sotto stretto controllo, anche da parte della scuola. Al Fossombroni la scelta è stata chiara sin da subito: metà classe impegnata nella didattica e distanza e l’altra metà in classe. Un metodo per evitare la diffusione del virus, basandosi sui numeri. Per questo c’è stupore nell’apprendere che, dalla nota diffusa dai Cobas, venga sollevata polemica in un momento di grande emergenza».
A parlare, in una nota, la dirigente scolastica del Fossombroni Francesca Dini in risposta a Cobas.
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«La scelta è stata presa a inizio anno, seguendo l’andamento della curva epidemiologica del contagio, anche in maniera preventiva – spiega – per questo nel percorso didattico ci siamo affidati all’utilizzo della tecnologia che consente l’apprendimento degli studenti anche a distanza.
Proprio sulla tecnologia l’istituto scolastico di via Sicilia ha fatto un investimento massiccio. La nostra è una didattica digitale integrata, da non confondere con la didattica a distanza per questo le aule sono state attrezzate con 26 nuovi televisori interattivi, microfoni a distanza e utilizzo di lavagne interattive multimediali. Anche per questo i docenti sono stati preparati all’evento e hanno svolto un corso di approfondimento sulle nuove tecnologie, in modo da non farsi trovare impreparati.
Oltre alla tecnologia però, molta attenzione è stata rivolta al distanziamento sociale. Una prima classe composta da 30 studenti è stata collocata nell’aula magna che contiene 400 posti, mentre un’altra con 23 alunni è stata collocata in uno spazio di 80 metri quadrati. Sono solo alcuni esempi della grande attenzione che abbiamo prestato al problema.
Una scelta chiara, pensata ben prima che iniziasse l’anno scolastico. E’ un modello previsto dalla legge e approvato all’unanimità dal collegio docenti del consiglio d’istituto, proprio per garantire la massima sicurezza anche in previsione della seconda ondata di contagi, in modo da evitare l’interruzione del servizio.
Le cronache recenti, in Italia, raccontano di intere classi in quarantena e di istituti scolastici chiusi, il nostro intento è evitare che questo accada. Chiaro che il numero degli studenti presenti nell’istituto aumenterà, ma solo quando questo sarà consentito dalla curva epidemiologica.
Una misura necessaria, anche in funzione degli spazi a disposizione. Al momento attuale devono essere ultimati i lavori alla sede distaccata di via Monterosa, forse alla fine di novembre avremo nuovi spazi, ma nel frattempo la nostra scuola garantisce il servizio, come previsto dalla legge.
Resta lo stupore nell’apprendere delle polemiche sollevate dai Cobas. Il prefetto ha visionato i locali del nostro istituto e visitato la scuola. Al tempo stesso è stato informato dettagliatamente delle procedure da mettere in atto – conclude Francesca Dini – inoltre, visto il consenso unanime da parte di tutti i docenti, come dimostrano i verbali, resta da chiedersi chi abbia interesse a diffondere questo falso allarmismo al cospetto del rispetto delle procedure».