FOLLONICA – Nico Pistolesi inizia a studiare pianoforte all’età di 11 anni e a 17 fa il suo esordio da professionista. Nel 2012 si laurea in pianoforte jazz ed esce il suo primo album “6 milioni di domande”, etichetta Cama Records, distribuito da Edel.
All’attivo ha più di mille concerti e collaborazioni con artisti di fama internazionale. Si è esibito in molti paesi europei ed oggi ben volentieri accetta di fare questa chiacchierata con me e lo ringrazio.
Nico, come è nata questa passione per la musica che ti accompagna fin da giovanissimo?
Credo che la musica sia sempre stata con me. Fin da piccolo imparavo facilmente a memoria canzoni che ascoltavo e sicuramente il regalo di un pianoforte ricevuto per la mia nascita ha fatto la sua parte. Dall’età di 11 anni ho iniziato a suonare quelle canzoni al pianoforte, in maniera molto spontanea. Ho ancora quel pianoforte e come da piccolo cerco sempre di vivere questa mia passione come una cosa molto naturale. E’ forse grazie a questo che sono riuscito a costruire un lavoro solido sulla mia passione e sull’amore per la musica.
Tu sei un pianista ed anche un compositore. Cosa significa per te sperimentare idee musicali?
Sperimentare significa comprendere, scoprire, lavorare, affinare e studiare. La sperimentazione è un modo di vedere la musica che mi ha sempre regalato grandi soddisfazioni. Studiare generi musicali diversi mi ha formato come musicista ed è stata anche la mia chiave di lettura in ogni performance che ho fatto in 17 anni da professionista.
I tuoi brani “Dalla mia finestra”, “ Mirror image”, “Song for love”, “The good place” sono tutti datati 2020. Se ti chiedessi di attribuire a ciascuno di loro un aggettivo quale sceglieresti?
Non so se hanno tutti un solo aggettivo che li possa descrivere, sono brani singoli usciti tutti in un periodo molto buio per tutti noi, ma con una luce costante, quella delle speranza. A marzo 2020 è uscito “Mirror image” il secondo singolo dopo il mio primo album del 2012. “Mirror image” è uscito per l’etichetta londinese Collaborative Records, insieme al singolo “The good place”.
“Dalla mia finestra” tra i singoli del 2020 è stato forse quello più celebrativo, che mi ha aperto alcune possibilità nuove in campo lavorativo. E’ uscito per l’etichetta tedesca Silent beat records, insieme a “The first day”, simbolo proprio di una rinascita emotiva dopo il lock down causato dal Covid-19.
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“Song for love” è un brano anche lui uscito come singolo nel 2020, nato però qualche anno prima, una celebrazione all’amore in tutte le sue forme, un canto ripetitivo per un amore perduto, ispirato dalla notizia di una perdita di un amico.
I tuoi progetti futuri?
Nonostante il 2020 sia stato un susseguirsi di notizie negative e segnanti per tutti noi e per la musica in generale, ho avuto la fortuna di poter iniziare una collaborazione molto importante. Il 4 dicembre prossimo uscirà il mio secondo album in piano solo dal titolo “Home” distribuito da Believe music, una delle più importanti società di distribuzione musicale in tutto il mondo.
Il disco sarà stampato in edizione limitata di 200 copie e seguirà un tour di presentazione di cui a breve usciranno le date. Sono felice di poter regalare al mondo nuova musica, un disco registrato in casa durante l’estate del 2020, sul pianoforte Bechstein che mi è stato regalato 35 anni fa.
“Tre cose sono necessarie per un esecutore: l’intelligenza, le dita, il cuore”. Sono parole di Wolfgang Amadeus Mozart. Tu cosa ne pensi?
Sono tre cose con cui un musicista ha a che fare tutti i giorni. L’intelligenza la si acquisisce vivendo giorno dopo giorno, in un mondo sempre più frenetico e decadente in amore ed arte. Le dita sono il nostro tramite tra noi e chi ci ascolta ed il cuore è il nostro faro, la nostra luce in fondo al tunnel.