PIOMBINO – “Apprendiamo dal Comune di Piombino come dieci migranti, ospiti del centro “La Caravella”, siano risultati positivi al tampone del Covid19 e, con maggiore sgomento, scopriamo come uno di essi (e speriamo solo uno), nell’attesa dell’esito del tampone, si sia recato, in barba di ogni codice legale e morale, a Livorno e chissà da quali altre parti”.
A parlare Danilo Baietti, consigliere Fratelli d’Italia Follonica.
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“La Caravella è una realtà su cui come Fratelli d’Italia abbiamo vigilato per anni – prosegue -, denunciando a più riprese: atti di violenza fra gli ospiti, reati di ogni genere, ma, soprattutto, la doppia morale comunista delle precedenti amministrazioni piombinesi, a cui piaceva sventolare la bandiera dell’accoglienza senza però voler vedere davanti ai propri occhi e davanti agli sguardi dei propri elettori il degrado e l’insicurezza che essa comporta se la gestione non è ottimale.
E, siccome tale gestione non è ottimale e probabilmente la sinistra piombinese era già a conoscenza di ciò, hanno pensato bene di collocare una polveriera a pochi chilometri da Follonica e a molti di più dal proprio capoluogo.
A questo punto, finito il commissariamento a Follonica e riproposta la giunta, ci auguriamo di buon cuore che l’Amministrazione si sia attivata nel chiedere al gestore de La Caravella ed al Comune di Piombino se dei possibili contagiati o dei possibili soggetti entrati a contatto con i positivi siano stati a vagabondare nel Comune di Follonica. E, se così fosse, o se la risposta non fosse certa, vorrebbe dire che questa Amministrazione come primo atto dovrebbe coordinarsi con il sindaco di Piombino e ricercare un gestore che faccia rispettare l’ordine e la disciplina all’interno della struttura.
O, nel caso che tale figura non esistesse, sarebbe opportuno chiudere quel centro, perché non è più possibile che la cittadinanza follonichese, a causa della passata vanagloria della sinistra piombinese, si faccia carico di una polveriera sociale, e da pochi giorni anche sanitaria, alle porte delle proprie case e fin troppo vicino all’incolumità delle proprie famiglie”.