GROSSETO – “Terra come territorio, terra da seminare, terra da abitare, terra da offrire a forestieri. Non c’è nulla di nuovo e originale nell’idea della valorizzazione della terra di Maremma, ma può e deve esserci un programma ostinato per non accontentarsi più di belle immagini e frasi colte. Vogliamo dare valore alla nostra terra, alle possibilità che offre e che potrebbero essere create. Vogliamo proteggerla ma allo stesso tempo vogliamo traghettarla verso il futuro, che necessariamente parte proprio dal ritorno alla terra”.
A scriverlo, in una nota, i candidati maremmani di Sinistra civica ecologista.
“La crisi generata dalla pandemia – proseguono – ci ha reso più consapevoli del rapporto diretto e indissolubile tra clima, ambiente, salute, tanto da indurci a ripensare tutta l’economia.
Futuro significa anche agricoltura a misura di un territorio ricco e quindi da proteggere. Un’ agricoltura che tenga conto delle diversità e sappia metterle a valore, rispettando i cicli naturali. Un futuro che riparta dal piccolo per diventare grande, virtuoso, capace di rendere protagonista il benessere. Non può esistere la bellezza senza il benessere, né il benessere senza la bellezza. Riempiamo la nostra terra di bellezza, doniamo ai nostri concittadini la possibilità di godere del diritto alla felicità.
E’ necessario puntare sul ritorno alla terra delle nuove generazioni. Questo significa tecnologie applicate a un’agricoltura sostenibile, ma anche inclusione, ripopolamento dei piccoli borghi, tipici del nostro territorio. In sintesi restituire energie ad un territorio a rischio di spopolamento.
E’ importante valorizzare le professionalità dei giovani, così come quelle dei migranti, che devono essere inclusi e vivere la comunità, diventando anche il motore di una nuova idea di ricchezza che riscopre il passato, utilizzando il futuro e l’innovazione. L’imprenditorialità è un traguardo possibile, se siamo capaci di innovarci e di aprirci al nuovo.
La Maremma è territorio ideale per mettere in pratica quella che, secondo noi, deve essere una sintesi fra lavoro della terra, tutela dell’ambiente, impegno sociale. Sono strade già intraprese che la Regione Toscana dei prossimi 5 anni deve rafforzare.
E’ necessario lavorare per potenziare la formazione, in particolare quella tecnico-scientifica, nonché l’educazione alla bellezza, naturale ed artistica, e quella al valore della cooperazione e dell’inclusione.
Terra e territorio – concludono da Sinistra civica ecologista – possono e devono essere un valore se divengono fondativi di un nuovo modello di sviluppo sostenibile e non la retriva rivendicazione di un’identità da opporre alle altre”.