GAVORRANO – No al referendum sul taglio dei parlamentari, Eugenio Giani presidente della Toscana e infine le preferenze a Leonardo Marras e Donatella Spadi come consiglieri regionali. Saranno queste le crocette che segnerà il sindaco di Gavorrano, Andrea Biondi, sulla sua scheda all’appuntamento con le urne, il 20 e 21 settembre, e che ha deciso di rendere pubbliche ai cittadini.
Il sindaco del comune minerario si è esposto molto chiaramente in diretta sui suoi canali social ieri sera, diciamo una specie di dichiarazione al voto, nonostante il primo cittadino di Gavorrano non possieda, almeno per ora, una tessera di partito, anche se la sua legislatura, nata come lista civica, è appoggiata dal Partito democratico. Infatti, i nomi da lui scelti appartengono tutti al Pd.
Ma il suo vuole essere anche un appello di non mancare all’appuntamento elettorale «Non avete nessun timore – ha detto infatti -, recatevi alle urne. Si svolgerà in totale sicurezza».
«Il mio sostegno alla lista Pd a favore della candidatura di Eugenio Giani a presidente della Regione Toscana non era scontata – spiega la sua scelta -, e chi conosce il mio percorso politico comprende le ragioni delle mie parole.
Credo convintamente che per le elezioni regionali siamo davanti a un ballottaggio fra la candidata di destra Stefania Ceccardi e il candidato del centrosinistra Eugenio Giani. Da uomo di sinistra non farò mancare il mio sostegno alla candidatura di Giani, a garanzia del modello toscano costruito in decenni di buona amministrazione. Per le preferenze il mio voto rappresenta la mia idea di politica, ovvero un mix fra la competenza e la novità, infatti la mia croce andrà sul nome di Leonardo Marras e di Donatella Spadi».
«Per il referendum – conclude – mai stato così convinto di un voto come questa volta in cui voterò “no”, dato che non accetto che la miope forbice populista vada a ridurre la democrazia rappresentativa. Per ridurre i costi diminuiamo gli stipendi ai parlamentari, molto più elevati di altre cariche politiche, con minori responsabilità e incombenze, rinunciamo al bicameralismo perfetto, che rende più difficoltoso la promulgazione di ogni legge, ma non possiamo essere d’accordo nel tagliare le rappresentanze di un territorio, è la base della democrazia rappresentativa».