GROSSETO – “Eugenio Giani cerca voti per battere la Susanna Ceccardi e per questo porge le mani alla Irene Galletti ed a Tommaso Fattori. Probabilmente troverà anche qualche sponda, non sappiamo se con i cinquestelle o con Toscana a sinistra, o forse non troverà nulla. In ogni caso, chi si somiglia si piglia, od almeno si cerca”.
Così il candidato a presidente della regione Toscana del Pci, Marco Barzanti, stamani durante l’evento di chiusura della campagna elettorale.
“Noi siamo contenti di non essere cercati da Giani né dal Pd o da Italia Viva – prosegue -. Noi andiamo per la nostra strada, determinati a ricostruire un partito di massa e una piattaforma comune con tutti gli altri partiti della sinistra di classe perché quello che serve, oggi, è un fronte condiviso per affermare i diritti dei lavoratori e delle fasce più deboli, dai quali discendono la sanità pubblica, la scuola, i servizi per l’infanzia, i diritti civili e sociali, lo stesso accesso al mondo del lavoro.
E’ l’ora di finirla con questo inganno del voto utile. Decidono tutto loro, senza consultazioni preventive, senza passaggi democratici, dopodiché iniziano a strillare ‘al lupo al lupo’ incutendo terrone per il loro tornaconto elettorale.
Prima c’era Silvio Berlusconi, ora ci sono Matteo Salvini e Susanna Ceccardi. C’è sempre qualche buon motivo, per il Pd, per chiedere il voto a chi non ha ascoltato e non ascolterà mai.
Non c’è differenza, in verità, tra Giani e la Ceccardi. Entrambi esprimono una visione della società che è di destra.
Il Partito comunista italiano vuole riportare l’umanità nei rapporti economici e sociali. La lotta, oltre che politica, è anche culturale. Il lavoro è di lunga lena, ma sappiamo che il tempo è dalla nostra parte. Ci sono milioni di uomini e di donne che hanno bisogno di liberarsi, di rompere le invisibili catene che li tieni legati a una condizione di subalternità, ingannati da una falsa libertà fatta di parole di fuoco sui social e di aperitivi.
Come avete visto, in questa campagna elettorale non abbiamo usato a sproposito il termine ‘fascista’ od ‘antifascista’. Noi siamo certamente antifascisti. L’antifascismo è la nostra essenza, la nostra radice, il nostro valore fondante. Eppure facciamo molta attenzione ad etichettare qualcuno come ‘fascista’, ad utilizzare quella parola come spauracchio per il voto, perché crediamo che parlare a sproposito di ‘fascismo’ fa perdere di vista l’orrore che furono la dittatura fascista e il nazismo.
Il Pd al Parlamento europeo ha votato una mozione per equiparare il comunismo al nazismo e poi i suoi militanti cantano Bella ciao e fanno sventolare a Giani la bandiera rossa del nostro partito per dirsi antifascisti e far finta di avere radici che hanno abiurato – conclude Barzanti -. A dir poco, sono molto confusi, per non dire in malafede”.