GROSSETO – «Mentre a Grosseto Italia Viva era in piazza con i suoi iscritti e il coordinatore provinciale Rinaldo Carlicchi per accogliere Eugenio Giani che incontrava la coalizione che lo sostiene in Maremma, i nostri candidati al Consiglio regionale toscano, Stefania Tognozzi, Valerio Pizzuti, Piera Casalini e Clito Tattarini e una rappresentanza di iscritti con la coordinatrice provinciale Donatella Dominici hanno preso parte alla manifestazione a Firenze voluta da Matteo Renzi e che in chiusura ha visto l’arrivo dello stesso candidato alla presidenza della regione Toscana, Eugenio Giani» afferma Italia Viva Grosseto.
«Ieri infatti Matteo Renzi ha voluto ritrovarsi con tutti i candidati di Italia Viva al Consiglio regionale della Toscana alla Leopolda per ricordare insieme, in quest’anno strano in cui il Covid non ci permette il consueto assembramento vivace di idee e persone, chi sono quelli della Leopolda e per spronare i nostri candidati e tutti noi ad affrontare questi ultimi giorni di campagna elettorale con la consapevolezza che il risultato di questo appuntamento è nelle nostre mani».
«E questo è un appuntamento elettorale che in Toscana vale doppio: infatti determinerà la scelta di campo riformista, con la vittoria di Eugenio Giani piuttosto che quella sovranista, qualora invece vincesse Susanna Ceccardi, e dunque il futuro della nostra regione non solo per la prossima legislatura, ma anche quello dei nostri figli, perché con Giani la Toscana potrà lavorare in sinergia con l’Europa mettendo a frutto le risorse che questa mette a disposizione per l’Italia, mentre per Ceccardi queste opportunità debbono essere rimandate indietro».
«La data dell’11 settembre scelta per questa manifestazione non è stata casuale: non solo è legata all’11 settembre 2001, all’attentato alle torri gemelle a New York e alla risposta che ne è seguita che ha portato ad un rinnovato senso di responsabilità da parte di chi voleva rappresentare una scelta di libertà (Obama, nel 2012 ha detto che la democrazia deve essere capace di far avverare le aspettative dei bambini, i cui occhi sono immuni dal rassegnato cinismo che caratterizza lo sguardo degli adulti sulla realtà che ci circonda), ma anche all’11 settembre 1973 con la morte di Salvador Allende durante il colpo di stato del generale Pinochet» prosegue Italia Viva.
«Da questo è partita questa Leopolda straordinaria, che, nell’anno del Covid, un nuovo spartiacque tra il prima e il dopo, come lo è stato, per motivi diversi, la Seconda guerra mondiale, ha voluto essere l’occasione per rimettere al centro il valore delle relazioni, dell’umanità e dei valori, della resilienza e della resistenza, dell’antifascismo come elemento costitutivo della nostra regione Toscana e dell’Italia democratica (e che dunque non può essere patrimonio di una sola parte politica, mentre l’altra lo rifiuta o lo svilisce con le parole e/o con le scelte che compie e le idee che propone)».
«Molti, come sempre, sono stati gli spunti emersi dagli interventi dei vari relatori: si è partiti dalla sanità per riaffermare la centralità della sanità pubblica e dire che in Toscana non occorre fare nessuna “calata dei barbari” perché indubbiamente ci sono ampi margini di miglioramento e rinnovamento, ma la nostra regione non deve certo prendere lezioni da quella lombarda, visto per esempio la gestione del Covid (se infatti ai medici, agli infermieri e a tutto il personale sanitario di tutte le regioni d’Italia deve essere espressa tutta la nostra gratitudine per il loro lavoro encomiabile, le differenze a livello di amministrazione regionale sono invece testimoniate dai risultati ottenuti), si è proseguito parlando di scuola, sottolineando dunque come sia indispensabile recuperare la centralità del valore educativo che solo la scuola in presenza (in cui ci si guarda negli occhi e in cui al linguaggio verbale si affianca quello del corpo) può garantire e chiarendo che dal momento che deve aprire, ma non deve richiudere, è necessario investire sulla scuola, su ogni tipo di scuola per investire sul futuro di tutti i ragazzi, nessuno escluso, dato il legame evidente tra scuola e lavoro, ci sono poi stati interventi appunto sul tema del lavoro, da cui è emerso quanto la storia della Toscana sia una storia del “saper fare” che si manifesta nei campi più diversi (dalla pelletteria e moda, all’artigianato artistico alla robotica, per dare degli esempi della sua varietà) e, infine siamo arrivato alla “madre di tutte le battaglie”, le infrastrutture, che sono centrali per lo sviluppo della Toscana e che vedono lo sblocco finalmente di diverse opere, grazie alla parziale ricezione del Piano Shock (la Grosseto-Fano, la Tirrenica, la Darsena portuale a Livorno, l’aeroporto di Firenze, oltre al tema dello stadio Franchi e del ponte di Albiano sul Magra), senza dimenticare che la Toscana, che è già avanti con le rinnovabili, è l’unica regione che può rispettare gli accordi di Parigi del 2015 e, nei prossimi 5 anni, può arrivare a un 70-80% di produzione di energia elettrica green, puntando anche sulla geotermia e tutelando il patrimonio ambientale e la sicurezza rimettendo in funzione l’unità di missione contro il dissesto idro-geologico (per questo oltre a sbloccare le grandi opere, occorre puntare sugli incentivi e sulle risorse del ricovery found)».
«È toccato poi alla ministra e co-presidente di Italia Viva, Teresa Bellanova, scaldare la platea con il suo intervento pieno di passione e grinta che, ripercorrendo tutti i temi sviluppati, ha ribadito partendo dai territori e arrivando a parlare del Governo nazionale il senso del lavoro quotidiano di Italia Viva, che è quello di impegnarsi giorno dopo giorno perché il riformismo è trovare il difficile equilibrio per coniugare il sostegno all’impresa e i diritti dei lavoratori. La ministra ha poi rivolto il suo augurio ai candidati, un augurio di umanità, dicendo che più che voti bisogna cercare i volti, l’amicizia, rimettendo al centro quell’insieme di relazioni che costituiscono il senso di appartenenza ad una comunità».
«Teresa Bellanova ha poi aggiunto, riprendendo e concludendo quanto detto da Matteo Renzi all’inizio, che il 20 e 21 settembre il voto utile per far affermare il riformismo è quello ad Italia Viva, che è l’unica casa dei riformisti. La chiusura è stata affidata infine all’intervento di Eugenio Giani, che, di ritorno da Grosseto, ha entusiasmato con facendo capire con esempi pratici tratti dai vari territori della Toscana quello che sarà il suo impegno nel segno di una politica riformista ed europeista e, proprio per questo, ha sottoscritto, su invito di Matteo Renzi, l’impegno ad utilizzare le risorse del MES per la sanità pubblica toscana. Da Quelli della Leopolda insieme ad Eugenio Giani è emersa chiaramente la visione della Toscana che vogliamo, quella di una Toscana aperta, dei ponti e dell’amicizia, non una regione di muri e di chiusure. Il 20 e 21 settembre il futuro è nelle nostre mani, in quelli dei candidati e di tutti noi» conclude la nota.