FOLLONICA – “La mia idea della Follonica del futuro non è un libro dei sogni, ma un progetto realizzabile”. Il candidato sindaco Massimo Di Giacinto risponde a chi sostiene che molte delle parti del suo programma siano irrealizzabili perché troppo costose.
“Purtroppo – afferma Di Giacinto- rispetto al passato i comuni hanno minori risorse, ma questa non deve essere una scusa per non fare, ma uno stimolo a razionalizzarle, ad eliminare gli sprechi, a valorizzare quanto abbiamo ed anche a coinvolgere la città laddove siano reperibili risorse private”. Il primo passo, secondo Massimo Di Giacinto, è quello di fare leva sul bilancio.
“Il bilancio va rimodulato – afferma il candidato- in modo tale da poter avere somme a disposizione per mettere in cantiere le opere che intendiamo realizzare. Far leva sul bilancio vuol dire anche verificarne l’avanzo che può essere immediatamente utilizzato”. Secondo Massimo Di Giacinto c’è poi la possibilità di coinvolgere i privati. “Oggi ci sono delle importanti opportunità per i privati -afferma il candidato- pensiamo alla possibilità di agire con il project financing, ma anche le agevolazioni fiscali nel settore del sociale, oppure nel settore del recupero dei beni culturali attraverso l’art bonus. Ci sono poi le fondazioni bancarie che possono intervenire su vari settori e che sono pronte a sostenere l’amministrazione, così come hanno fatto anche nel passato”.
Nel settore sportivo c’è la possibilità poi di accedere ai fondi del Coni. “Penso alla tensostruttura attigua al Palagolfo – afferma Di Giacinto- Non si tratta di un bene improduttivo, ma che si ripaga da sé mettendolo a disposizione delle società sportive. Con i fondi del Coni avremo la liquidità per pagarlo, rendendolo operativo avremo le risorse per restituire eventuali finanziamenti che non siano a fondo perduto”. Ci sono anche vari finanziamenti su progettazione da cui attingere. “Penso – afferma Di Giacinto- a quelli regionali, nazionali ed europei. Per il progetto di illuminazione pubblica siamo pronti ad attingere ai fondi ad hoc, come previsto dal decreto sicurezza”. Per ultimo, ma non per importanza, c’è la valorizzazione del patrimonio immobiliare.
“Ci sono beni immobili – afferma Di Giacinto- che possono essere messi in vendita, perché nello stato in cui sono rappresentano per l’amministrazione solo una spesa e possono invece avere un valore importante sul mercato. Con un piano di dismissioni ragionato, potremmo avere a disposizione le risorse da investire sui progetti per la città”. Massimo Di Giacinto, dunque, non vuol vendere sogni. “Il mio programma è concreto – afferma- La città ha bisogno del cambiamento e questo deve passare anche dalla capacità di individuare le risorse e di non nascondere il proprio immobilismo dietro lo slogan ‘non ci sono i soldi’”