GROSSETO – “Ogni giorno una sfilata. Probabilmente il candidato Leonardo Marras pensa di essere a Pitti Uomo quando delizia la stampa con quel suo classico presenzialismo pre-elettorale a cui oramai, da tempo immemore, siamo ahimè abituati. Tra l’altro, come se in questi cinque anni avesse vissuto su Marte, lo vediamo muoversi con disinvoltura tra piccoli paesi dell’entroterra maremmano (molti dei quali dimenticati dalla politica regionale), terreni e mura franate (noti da tempo) ed ospedali periferici (tornati ad essere miracolosamente importanti)”.
A parlare Guendalina Amati, candidata al consiglio regionale nel collegio di Grosseto per Fratelli d’Italia.
“E ora, come se nulla fosse – prosegue Amati -, come se il suo partito non fosse corresponsabile dei tagli scellerati operati a danno della sanità regionale ed ai servizi essenziali, se ne esce dicendo che i piccoli ospedali sono fondamentali nell’organizzazione della rete sanitaria. Va bene il marketing elettorale, ma qui si rasenta il grottesco”.
“D’altronde – dice la candidata di FdI -, quando con piglio orgoglioso afferma che il Pd c’è sempre stato, e che i cambiamenti sono frutto del partito e dei suoi rappresentanti, ha perfettamente ragione. Sono cinquant’anni infatti che la sinistra governa la regione Toscana e che i rappresentanti si scambiano le poltrone e le cariche. Che dire, anche quello è un cambiamento! Gli effetti di questa logica deleteria sono sotto gli occhi di tutti, soprattutto per la sanità toscana le cui conseguenze in questi lunghi anni sono state: diminuzione del personale, chiusura dei reparti, riduzione dei servizi, aumento delle liste di attesa, ospedali periferici sempre più isolati e depauperati delle loro funzioni di presidio”.
“Vorrei ricordare – continua Guendalina Amati – che proprio al Sant’Andrea di Massa Marittima il candidato Marras parlò, nell’ordine, di “cose da migliorare” ed era il 2018, di “criticità da affrontare” ed era il 2019, e di interventi urgenti per non lasciare “operatori e comunità con il senso di precarietà” e siamo al 2020. E’ palese che questa ennesima passerella suoni come una delle tante promesse elettorali destinate a rimanere lettera morta, visto che di tempo per agire ce n’è stato fin troppo ma le criticità sono rimaste, e a farne le spese sono soprattutto coloro che abitano nei centri periferici, in particolar modo anziani e malati. E’ una realtà inconfutabile che i piccoli ospedali siano essenziali, ma detto da chi ha voluto e creato l’area vasta a spese dei presidi ospedalieri minori appare più come una sonora presa di giro. A quando la prossima passerella all’ospedale di Pitigliano, o quello di Castel del piano?”.
“È arrivato il momento di fare una seria rivisitazione del sistema di gestione dell’aree vaste, di ripristinare i servizi tolti nelle zone decentrate, d’ incrementare il numero degli operatori sanitari e di dare maggiori risorse economiche al personale, promuovendo un piano di rilancio coraggioso che metta al centro la persona ed il malato, senza creare disparità di trattamento in ragione delle differenze territoriali. Solo così il diritto alla salute potrà essere sancito ed esercitato pienamente il principio costituzionale da cui esso deriva” conclude Guendalina Amati.