FIRENZE – “Il caos nella gestione delle scuole è collegato anche al pasticcio della riorganizzazione mancata delle province, lasciata a metà tra riforma Del Rio e il referendum del Governo Renzi. E purtroppo la Regione Toscana, guidata da Enrico Rossi, si è distinta per un tentativo di accentramento spinto e sbagliato, che crea enormi difficoltà e disservizi per i cittadini”.
Lo afferma Susanna Ceccardi, europarlamentare della Lega e candidata per il centrodestra alla guida della Regione Toscana, che ha partecipato ad un incontro con alcuni sindaci presidenti delle province toscane, nella sede fiorentina dell’Unione delle Province Italiane, durante il quale ha posto come obiettivo del suo mandato da governatore la riattribuzione alle province delle funzioni assorbite dalla Regione.
“E’ una questione che può suonare tecnica e solo istituzionale -continua Ceccardi- ma le Province gestiscono ancora gran parte della rete viaria nazionale e della manutenzione scolastica, senza avere dipendenti né risorse. C’è chi ha pensato di riassegnare tutte le funzioni agli enti intermedi, come Lombardia e Veneto e chi, come la Toscana le ha trattenute, con risultati disastrosi. Dai centri per l’impiego alle condizioni delle nostre scuole, passando per agricoltura e caccia, la Giunta Rossi ha voluto comportarsi da prima della classe, finendo per essere l’ultima”.
“Da presidente, come primo passo, farò cadere l’antagonismo della Regione nei confronti delle Province, che rivela, come ogni riforma portata avanti nei 10 anni di Rossi, un desiderio di accentrare e monopolizzare la governance dell’intero territorio toscano. Farò quanto in mio potere perché il Governo si decida a rivedere la riforma Del Rio e lavorerò in sinergia con le Province. E mi prendo l’impegno ad una riassegnazione delle competenze. Conosciamo poi i problemi relativi alla rappresentanza -aggiunge Ceccardi- per la sfasatura tra i mandati di presidente di Provincia e i rinnovi dei corrispondenti consigli comunali. Mi sembra logico che il presidente di Provincia debba durare 5 anni come sindaci e Regione”.
Non dimentichiamo -conclude Ceccardi- che ai territori provinciali corrisponde una forte appartenenza identitaria e culturale di tutti noi toscani: ci sentiamo senesi, grossetani o fiorentini anche in relazione al territorio appunto della provincia”.