GROSSETO – Ancora più attenzione all’ospedale Misericordia per i pazienti trapiantati di fegato grazie a un percorso assistenziale dedicato.
Adesso, i pazienti della provincia di Grosseto che hanno effettuato un trapianto di fegato sono presi in carico dai professionisti dell’ospedale cittadino che inserendoli in un percorso definito, si occupano della gestione di tutto il follow up post trapianto.
Attraverso un protocollo condiviso che garantisce un approccio multidisciplinare e multiprofessionale della presa in cura, il paziente esegue in maniera programmata e lineare tutti i controlli previsti (visite, esami del sangue, esami diagnostici, ecc.). In tal modo, il paziente è “accompagnato” nel suo percorso step by step, con la massima attenzione, senza dover provvedere da solo alla gestione dei controlli.
E’ in particolare l’UOC Malattie Infettive a seguire lo svolgimento del percorso, trattandosi di trapianto di fegato, ma il progetto è anche pensato proprio per agevolare e snellire il coordinamento con gli altri reparti, in costante comunicazione, con lo scopo di avere il quadro di salute del paziente sempre completo e aggiornato. Sono coinvolte anche le Unità complesse Diagnostica per immagini, Cardiologia, Dermatologia, Ostetricia e ginecologia.
A seguito del trapianto resta ovviamente fondamentale la collaborazione con il Centro trapianti di Pisa e gli altri centri a livello regionale e nazionale, con i quali viene mantenuto lo scambio di informazioni cliniche.
“La creazione di questo percorso sicuramente agevolerà gli utenti garantendo loro la totale presa in carico – afferma la dottoressa Cesira Nencioni, direttore Malattie Infettive – Il percorso è il frutto dell’impegno e della sinergia tra le figure professionali coinvolte, coordinate dalla Direzione medica del presidio ospedaliero Misericordia, che hanno convogliato anni di esperienza in questo ambito, dando una forma più istituzionalizzata e organizzata alla gestione del paziente post trapianto. Gli utenti trapiantati attualmente in carico alla UOC Malattie infettive sono circa 70”.