GROSSETO – Un italiano di 53 anni, incensurato e non appartenente ad alcun partito politico. È lui l’uomo che il 19 luglio scorso ha dato fuoco alla corona di alloro sotto alla targa dedicata ai sei partigiani uccisi il 15 giugno 1944 dai nazifascisti.
La Digos della Questura di Grosseto, dopo settimane di indagini, ha individuato e denunciato l’uomo.
La polizia ha analizzato un’ingente mole di filmati di video sorveglianza, sia pubblica che privata, e grazie ad una laboriosa attività di comparazione antropometrica di più soggetti, è stato riconosciuto un uomo, incensurato e senza alcuna appartenenza a fazioni di carattere politico, ideologico o religioso, tantomeno di carattere estremistico.
L’uomo, in parte a bordo della propria bici, e in parte a piedi ha attraversato le vie della città e le Mura Medicee, sino a piazza del Sale e, da lì, ha proseguito verso Porta Vecchia.
Una volta sotto la lapide ha appiccato il fuoco alla corona e, alla vista delle fiamme, si è incamminato verso piazza Esperanto, per poi recuperare altrove la bicicletta e sparire.
L’uomo ha detto di aver premeditato il gesto, e di essere stato spinto da «da motivazioni e rancori di carattere personale».