CAPALBIO – Oggi l’amministrazione comunale di Capalbio ha abbandonato, insieme ad altri Comuni del territorio, l’assemblea dell’Ato rifiuti facendo saltare così il numero legale. Oggetto dell’incontro odierno era l’approvazione di 7 delibere, una relativa al Regolamento per la segnalazione dei disservizi e le altre delibere per stabilire il corrispettivo dei costi degli impianti e dei servizi che avrebbe portato, inevitabilmente, all’aumento delle tariffe per i Comuni.
Quanto contestato dall’Amministrazione comunale è «l’impossibilità di intervenire all’assemblea e dare vita a un dibattito perché le modalità di partecipazione prevedevano solo la possibilità di porre domande scritte. Da tempo l’amministrazione comunale di Capalbio ha fatto richiesta di revisione della tariffa, composta da varie voci – dal servizio raccolta e da altri costi connessi alla partecipazione all’Ato, corrispettivo impianti, trasporti e trasferenze, gestione post mortem e altri dettagli – che dal 2014 ad oggi è aumentata in modo esponenziale raddoppiando, di fatto, in sette anni: basti pensare che la cifra trasferita all’Ato nel 2014 era di 883mila euro e nel preventivo 2020 di un milione e 283mila euro ridotta poi a un milione e 217mila euro per il lockdown».
Le delibere presentate oggi avrebbero, secondo il Comune di Capalbio, «dovuto dare il via a una discussione perché se approvate avrebbero determinato un aumento dei costi rendendoli insostenibili e andando ad incidere sul Pef 2020, il piano economico finanziario sui rifiuti, e andando a ripercuotersi sulle tasche dei cittadini».
L’Amministrazione, dall’inizio del mandato, ha fatto più volte presente ad Ato «la necessità di ridurre la tariffa, chiedendo che il costo per la gestione del servizio non superi, per Capalbio, il milione di euro».
In particolare l’Amministrazione comunale ha chiesto chiarimenti in merito al calcolo di questa tariffa, dato che si ravvisano delle differenze importanti tra Pse dei vari comuni della provincia e la quota di tariffa destinata al corrispettivo degli impianti: a fronte di Pse di 500mila euro Capalbio spende 400mila per la gestione degli impianti mentre ad altri comuni, con Pse molto più alti, viene computata, in tariffa, la stessa cifra. Con l’abbandono dell’assemblea di oggi il Comune ha voluto ribadire «la propria contrarietà ai metodi utilizzati e chiede di organizzare una nuova assemblea per dare vita a una vera discussione democratica che porti alla revisione del regolamento».