GROSSETO – “Qualsiasi forma di razzismo, di intolleranza e di revisionismo storico va combattuta, non certo legittimata. Invece il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna, lo stesso che voleva far intitolare una strada della città a Giorgio Almirante, non si preoccupa di perdere un importante luogo di ricerca e di memoria come l’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea”.
Nel corso del suo tour elettorale in Maremma, il candidato presidente per Toscana a sinistra Tommaso Fattori, dopo aver incontrato gli attivisti dei comitati ambientalisti, si è fermato davanti alla lapide di Porta Vecchia, che ricorda i martiri partigiani.
“Forse perché lì dentro qualcuno gli avrebbe fatto aprire un libro di storia – prosegue – e gli avrebbe insegnato chi è stato Almirante. Non è mai troppo tardi per imparare qualcosa sul ventennio fascista, ed è tempo di ripetizioni estive.
“Non ci preoccupano solo gli infami che vandalizzano le lapidi ai caduti nella Liberazione dal nazifascismo ma, lo ripeto nuovamente, anche gli atti di vandalismo istituzionale come quello del sindaco Vivarelli Colonna – prosegue – che ha chiuso l’Isgrec accampando motivi strutturali dato che gli manca il coraggio di dire che si è trattato di una scelta politica.
Il sindaco ha dato una risposta scomposta ed esagitata, millantando di essersi impegnato a cercare un’altra sede all’istituto. Ovviamente si tratta solo di chiacchiere, non c’è alcun atto formale che attesta un simile impegno da parte dell’amministrazione grossetana, tanto meno è in vista una soluzione concreta al problema.
A quanto pare la vera intenzione è assestare un colpo mortale a un importante luogo di ricerca e di memoria. L’Isgrec deve restare dov’è. La memoria è indispensabile per orientare le nostre azioni nel presente e nel futuro.
Ma a quanto pare l’unica memoria che sta a cuore a Vivarelli Colonna è quella di Almirante – conclude il candidato presidente -, un fascista collaboratore dei nazisti, che scriveva contro ‘meticci ed ebrei’ sulla rivista ‘La difesa della razza’. Ogni ipotesi di pacificazione nazionale che passa attraverso l’intitolazione di strade e piazze a certe figure contrasta con la cultura antifascista della nostra regione e con la nostra Costituzione”.