GROSSETO – Un’altra di quelle espressioni che mi garba tanto perché è – direbbero i forbiti- multitasking. Si può usare cioè in contesti differenti e con accezioni diverse. C’è l’accezione più propria e letterale per cui, che ne so, magari ho fatto una stracanata a portare dieci sacchetti di spesa all’ultimo piano senza ascensore e una volta entrato in casa mi bevo un bel bicchiere d’acqua e mi sdraio silente sul divano. Dopo un pochino, con l’aria di chi si è davvero ripreso, me ne esco con questa espressione, accompagnata da un sospiro di sollievo: “Ah, mi sento riave'”.
Ma questo modo di dire lo si usa anche quando si prova un certo sollievo dopo una paura: “quando l’ho rivisto rientra’ mi so sentita riave’ “, dicevano le nostre mamme dopo qualche notte brava che aveva messo loro addosso un “paté” d’anima…
C’è poi anche l’immancabile accezione ironico/sarcastica, quando ad esempio, raccontando alle amiche di aver incontrato per caso uno che proprio un ti va ne’ in su né in giù, la mi’ nonna diceva con fare quasi schifato: “Mh, quando l’ho visto mi so’ sentita riave'”. Come a dire: se non lo vedevo stavo parecchio meglio.
L’espressione ironica può essere detta anche nel muso all’interessato/a: “Guarda, ora che t’ho visto mi sento riave’….”.