AMIATA – “Venerdì 21 agosto sono stato ad Abbadia San Salvatore (Siena) insieme a Tommaso Fattori alla partecipatissima iniziativa pubblica promossa dai Comitati NoGesi, Sos Geotermia, Comitato Salvaguardia Ambiente del Monte Amiata, AmiataEco per una nuova cultura del territorio. Anche se Abbadia è fuori dal mio collegio elettorale, ho partecipato all’iniziativa perché l’Amiata è la più grossa area di ricarica delle falde idropotabili delle province di Grosseto e Siena”.
A scriverlo, in una nota, Gianluca Quaglierini, candidato nel collegio di Grosseto al Consiglio regionale per la lista Toscana a sinistra.
“La monocoltura geotermica – prosegue – rischia di impoverire fortemente una parte del nostro territorio regionale e i dati ci dicono che queste zone sono quelle che hanno un tasso di disoccupazione tra i più alti. Una fuga di giovani paurosa, un impoverimento complessivo del territorio. Serve un’ottica “ecosistemica”, come ha detto Fattori.
La geotermia sull’Amiata è diversa dalla geotermia delle colline metallifere, perché sono diversi i contesti naturali (il sottosuolo) e i contesti storico-culturali.
La geotermia amiatina rischia di essere una monocoltura, desertificando tutto il resto. E le monocolture sono sbagliate sia quando si tratta di agricoltura sia quando si tratta di altre dimensioni produttive. Bisogna diversificare il tessuto economico produttivo e le fonti energetiche rinnovabili.
Pensate a quanto sarebbe stata ancora più difficile la situazione italiana pochi mesi fa, durante il lock down se l’Italia fosse diventata una monocoltura turistica.
La ricchezza di un territorio, di una Provincia, di un Paese sta nella propria diversità, dove turismo e agricoltura, servizi e industria possano trovarsi in situazione di equilibrio.
In natura la biodiversità è fondamento della vita. Quando la si uccide, il sistema diventa più fragile.
La Regione Toscana deve sostenere la creazione del Parco nazionale del Monte Amiata insieme ai Comuni del territorio, alle associazioni ambientaliste e ai cittadini. L’area ha tutte le carte in regola per entrare nell’elenco delle aree naturali protette, attraverso la progettazione di un modello di parco di nuova generazione, che rilanci il territorio.
La Regione Toscana (come ha ribadito Tommaso Fattori) ha bisogno di un nuovo Paer, Piano ambientale energetico regionale, da lui più volte richiesto in questi anni in Consiglio regionale.
Serve una pianificazione seria anche nella programmazione energetica e quindi serve assolutamente un audit energetico, il che significa chiarire il fabbisogno energetico dei singoli territori e della Toscana Tutta.
Dall’Europa arriveranno a breve tanti soldi. Ma senza una programmazione rischiamo che tutto questo denaro vada nella speculazione e nel cemento, mentre invece occorre che si investa per l’ambiente, per la sanità e per il lavoro.
Ecco perché – conclude Quaglierini – dobbiamo dire, sempre più forte: ‘Giù le mani dal Monte Amiata’”.