CANA – «Sette lunghi anni sono trascorsi da quando nel 2013 avvenne il primo crollo che interessò le mura medioevali della frazione di Cana» così Giuseppe Conti capogruppo di Italia Viva in Consiglio comunale commenta il crollo che ha interessato le Mura di Cana, nel comune di Roccalbegna. «Già allora soltanto una fortuita casualità non provocò danni a persone».
«La storia si ripete, e ancora una volta si è sfiorata quella che avrebbe potuto essere la cronaca di una tragedia annunciata. Intanto un’altra fetta di storia medioevale dello splendido borgo di Cana si sbriciola all’insegna della incapacità di programmare e finanziare, in tempi rapidi, gli adeguati interventi di consolidamento a protezione di un patrimonio architettonico di inestimabile valore».
«Sette lunghi anni per mettere in cantiere dei lavori di manutenzione e proprio durante questi lavori in tratto più antico delle mura di Cana crolla, cancellando di colpo secoli di storia. Assenza di interventi manutentivi? Mancato monitoraggio delle strutture? Negligenza da parte di qualcuno?» chiede Conti.
«Fatto sta che già a seguito del crollo del 2013 i periti del tribunale avevano riscontrato situazioni di precarietà statica, imponendo un costante monitoraggio delle stesse in grado di garantire la sicurezza di chi abita a ridosso proprio di quel tratto di mura, ritenendo necessarie e non più procrastinabili le opere di consolidamento e messa in sicurezza».
«Avevamo avuto rassicurazioni dal sindaco stesso in tal senso, nonostante dopo il crollo del 2013 per cinque anni nessuno si era premurato di verificare lo stato conservativo delle mura, e all’interrogazione a cui sottoposi il primo cittadino, la risposta in sintesi era stata che al momento non c’erano risorse sufficienti per intervenire – ricorda Conti -. Adesso si accertino in tempi rapidi le responsabilità di quanto avvenuto e di chi avrebbe dovuto fare cosa e con quali tempistiche vista l’urgenza».
«Al sollievo che non sono state coinvolte persone e alla solidarietà verso chi sarà interessato da eventuali ordinanze di evacuazione delle proprie abitazioni, resta l’amarezza nel vedere l’inadeguatezza da parte di chi dovrebbe svolgere il ruolo di primo garante della incolumità pubblica, oltre che strenuo difensore di quel patrimonio che oltre a rappresentare una testimonianza storica di indubbio valore, connota, o sarebbe meglio dire connotava, anche l’identità di una intera comunità».