GROSSETO – “Da settimane denunciamo il fallimento della politica ventennale, da assessore prima e da governatore poi, della sanità Toscana a guida Enrico Rossi. Dopo mesi di difese d’ufficio, all’improvviso e in campagna elettorale, anche i nostri avversari finalmente ci danno ragione”.
A parlare il candidato della Lega al consiglio regionale Andrea Ulmi.
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“L’intensità di cure: è questa – afferma Ulmi- il simbolo del naufragio di le politiche regionali sul nostro territorio e oggi se ne stanno accorgendo tutti, a partire da chi le ha sponsorizzate.
Dalla trasformazione del Misericordia in ospedale per acuti – ricorda Ulmi- alla chiusura del centro prelievi, dalla questione della sterilizzazione dei ferri, ai problemi per prenotare attraverso il Cup, dalla diminuzione di posti letto e del personale, fino al depotenziamento degli ospedali del territorio. Tutto questo con l’addio in primis del direttore del Misericordia Monica Calamai, grande sponsor della trasformazione della sanità maremmana, dopo l’esilio forzato a causa dei suoi rapporti con il Governatore uscente dopo anni il cui l’aveva trasformata nella ‘premiére dame’ della sanità toscana, per poi cogliere la prima occasione buona giunta da fuori ragione per lasciare Grosseto. Un addio seguito da molti altri professionisti che oggi lasciano perplessi sull’assenza di una guida dei vari reparti.
Una serie di mancanze che vengono notate anche dal Pd, ma soprattutto, forse, più di tutti da Enrico Rossi. L’attuale governatore, da uomo temuto e padre padrone della sanità Toscana, di cui registra il suo fallimento, si rende conto che la sua eredità potrebbe essere una storica sconfitta del centrosinistra, per questo per cercare di passare lo scettro ad un Eugenio Giani considerato sempre più debole dai suoi è costretto a chiedere, anzi potremmo dire a pietire, il voto disgiunto della Sinistra e del Movimento cinque stelle.
In quest’ottica sono convinto che si possano leggere anche i tardivi mea culpa dei ‘democratici’ locali.
Basta sperimentazioni sul Misericordia. La Regione deve tornare ad investire sui territori e deve farlo pensando in primis ai pazienti ed ai cittadini. Non siamo contrari a prescindere a soluzioni che coinvolgano i privati, laddove non sia possibile soddisfare le necessità in tempi rapidi, ma sul Misericordia e sugli ospedali territoriali si deve tornare ad investire, così come bisogna tornare a farlo sulle professionalità, molte delle quali sono già interne ai nostri ospedali.
Anche le nuove nomine devono avvenire nell’interesse della sanità maremmana e non in fretta e furia prima delle elezioni, quasi a lasciar pensare che si punti più al beneficio che queste possano portare a livello elettorale, che non al merito ed alla qualità dell’offerta professionale.
L’auspicio – conclude Ulmi – è che Grosseto torni ad essere un ospedale ed una sanità in cui ci si viene a curare e non che si lascia per emigrare altrove, magari fuori regione”.