ARCIDOSSO – Era il 18 agosto del 1878 quando David Lazzaretti venne ucciso, con un colpo di fucile, nel corso di una processione pacifica che da Monte Labbro giunse sino alle porte di Arcidosso.
Il santo, il Cristo dell’Amiata, il predicatore, pagò così la sua visione anticonformista della religione e dello Stato.
Lazzaretti era nato ad Arcidosso, il 6 novembre 1834. Amava leggere, avrebbe voluto studiare, ma la famiglia era umile, e così lasciò gli studi e iniziò il lavoro del padre, quello di Barrocciaio, portando carichi di terra di Siena dalla Toscana a Roma.
A venticinque anni si arruolò volontario nella cavalleria piemontese e combatte nel 1860 a Castelfidardo contro i pontifici.
Nel 1868 incominciò ad avere delle visioni e l’anno dopo andò dal Papa, chiedendogli di rinunciare al potere temporale.
Tra il 1870 ed il 1872 si ritirò sul Monte Labbro dove fondò le sue tre comunità religiose ottenendo anche il sostegno dalla Chiesa che vedeva in lui uno strumento contro il nuovo Stato italiano. La comunità giurisdavidica crebbe in fretta: alla base c’era il sostegno vicendevole, l’uguaglianza tra i componenti, maschi e femmine, il diritto alla scuola anche per le bambine, e l’idea che chi avesse di più contribuisse più che altri.
Per consentirgli di approfondire i suoi studi i suoi seguaci si offrirono ad aiutarlo a coltivare i suoi campi: e questa terra lavorata prese il nome del campo di Cristo. Una visione evangelica autentica che cominciava ad infastidire tutti, lo stato, ma anche la Chiesa.
Ben presto anche la Chiesa lo abbandonò, e nel 1878 venne scomunicato ed i suoi scritti messi all’indice, soprattutto in seguito alla sua autoproclamazione come Cristo Duce e Giudice.
Nel 1878 venne organizzata una grande processione: accorsero seguaci da tutto l’Amiata: le bambine avevano in testa coroncine di fiori, uomini e donne avevano vesti, camicie e mantelli colorati.
I militari schierati intimarono a Lazzaretti di fermarsi e disperdere il corteo, ma lui non si fermò e fu colpito a morte. Ferito gli furono rifiutate le cure. Lo distesero su una scala che fece da barella, con l’intento di riportarlo sul Monte Labbro, ma le condizioni gravissime non consentirono un viaggio tanto lungo. Fu trasferito alle Bagnore, nel comune di Santa Fiora dove fu visitato da un medico, ma le sue condizioni erano troppo gravi, e morì.
Il suo corpo, rifiutato da Arcidosso, fu sepolto a Santa Fiora, in terra sconsacrata (le foto di David Lazzaretti sono state gentilmente concesse dal Centro studi David Lazzaretti).