GROSSETO – Iniziavano a spacciare alle 21 di sera, e andavano avanti sino alle 2 del mattino. Tutti i giorni nessuno escluso. Per questo la Guardia di finanza, assieme alla Polizia municipale, ha dato il via all’operazione “free park”.
Gli spacciatori, due marocchini, avevano scelto il parco del fiume Ombrone, a Grosseto, per spacciare droga leggera e pesante (soprattutto hashish e cocaina). La suddivisione dei compiti tra i due era rigorosa: mentre uno si accordava per la quantità ed il prezzo direttamente con l’acquirente, l’altro si occupava di pesare la sostanza fino al raggiungimento della dose richiesta e di consegnarla al primo, oltre a svolgere la funzione di sentinella nei pressi del parco dove avveniva lo spaccio.
Ogni notte l’attività di spaccio cessava sempre alla medesima ora, intorno alle 2 di notte, mentre la sostanza invenduta veniva sotterrata (alla fine del “turno”) all’interno del parco ed in punti sempre diversi, con lo scopo di recuperarla il giorno seguente con alcuni attrezzi agricoli (piccone, cesoia da giardino…).
La guardi di finanza ha controllato alcuni clienti subito dopo l’acquisto così da ricostruire il modus operandi degli spacciatori. Il 6 agosto scorso è scattato l’arresto per i due marocchini con l’accusa di spaccio. La Guardi di finanza ha anche sequestrato 400 grammi di hashish e 30 di cocaina, pronti per essere venduti. In casa di uno dei due marocchini sono stati trovati anche 8 mila euro in contanti, probabile provento di spaccio. I due sono stati trasferiti in carcere a Grosseto e Massa Marittima.
Questa mattina due pattuglie della Guardia di Finanza, assieme alla Polizia Municipale, hanno notificato ai due indagati l’ordinanza di custodia in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Grosseto, Sergio Compagnucci.
Su disposizione del PM, Giovanni De Marco, è stata inoltre notificata ad un terzo soggetto di nazionalità marocchina, già agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico al proprio domicilio nel Comune di Grosseto, l’applicazione della custodia cautelare in carcere perché è risultato collegato agli altri due indagati e co-responsabile dei medesimi fatti contestati.