GROSSETO – Sei maremmano se dici: “S’anda’ bene pe’ la scesa…”.
Peccato non c’è il sonoro né il video, perché nelle espressioni e nei modi di dire gergali contano le parole tanto quanto l’intonazione, l’espressività e la posa con cui il corpo è lo sguardo parlano con noi.
Ogni volta che mi accingo a scrivere questa rubrica la prima cosa che “sento” sono le voci di tanti nostri vecchi da cui, senza saperlo, ho appreso tutte queste espressioni. E mi vengono in mente volti, toni di voci, sguardi, modi di porsi. Come nel caso dell’espressione di oggi. “S’anda’ bene pe’ la scesa, vai… “ era solitamente accompagnata da una scrollata di spalle o di testa perché di solito concludeva un discorso che poteva riguardare la politica piuttosto che i comportamenti dei giovani, sui quali c’era sempre qualcosa da ridire, perché “ai mi tempi… “. E allora ci se ne usciva con questa frase che diceva tutto. Diceva disillusione, accompagnata alla convinzione che il futuro non prometteva cose migliori del presente.
C’era una variante: “S’anda’ benino, vai… “. Il senso era lo stesso: si stava meglio quando si stava peggio. Ieri come oggi.