GROSSETO – “La cosiddetta de-escalation, che trova il suo atto di valenza generale con la delibera 531/2020 del direttore generale della Azienda sanitaria Toscana sud est, destruttura, parcellizza ed, in sostanza, “impoverisce” la sanità grossetana (alla quale, giova ricordarlo, non è neanche mai stato attribuito uno dei 4 organi direzionali dell’Azienda che ricomprende i territori di Siena Arezzo Grosseto). Adesso si arricchisce di un nuovo “tassello” caratterizzato dalla deliberazione del direttore generale 769 del 15 luglio 2020. Le 332 pagine di questa ultima delibera vanno nella stessa direzione della precedente (la 531/2020) e preannunciano il depauperamento della sanità grossetana”.
A scriverlo, in una nota, il segretario provinciale Uil Federico Capponi.
“Come Uil – prosegue – riteniamo che l’esternalizzazione e l’alleggerimento strutturale con decentramento delle laboriosità ed una consequenziale perdita di attività prestigiose e distintive, per loro natura intrinseche alle strutture centrali come l’Ospedale Misericordia od il Palazzo di Via Don Minzoni e/o quelle Socio Sanitarie storiche, rischia di rendere il nostro servizio sanitario “residuale”.
E’ stato già affrontato dalla UIL, tempo addietro, l’argomento che il non avere un centro prelievi nel nosocomio più “importante”, come quello del Misericordia, rappresenta una cosa già di per sé improponibile, per non dire inaccettabile.
Tra le righe delle 332 pagine di cui alla delibera 769/2020, si prospetta, nell’ambito della riorganizzazione “in itinere”, avviata con la 531/2020, una progettualità che delinea, nell’ambito dei punti prelievi-aperture (pagina 137), un quadro assai inquietante, dato che al punto tre c’è una voce che parla solo di esternalizzazione (prelievo e processazione).
Non è tanto ciò che si legge nel documento ma ciò che non si legge e che sta nelle pieghe chi ci lascia sconcertati. A pagina 139, per esempio, è specificato che, nell’ottica di una riqualificazione dell’offerta sanitaria, alcune prestazioni precedentemente inquadrate all’interno dell’ospedale provinciale, dovranno essere ricollocate interamente o parzialmente sia sul distretto, sia sugli altri Ospedali della Provincia.
Si parla delle sottoelencate prestazioni: Dermatologia, Oculistica, Centro Prelievi, Attività Consultoriali, Ospedale di Comunità, Hospice, CUP Prenotazioni, Centro Diurno, Medicina Complementare e Distribuzione farmaci.
Sinceramente, appare più uno scempio che una riorganizzazione; gradiremmo parlarne con gli ideatori per conoscere le ragioni di queste scelte sconvenienti per l’intera collettività.
Infine, è fondamentale significare che il trasferimento della Rsa da Villa Pizzetti, una struttura relativamente “nuova”, risalente alla fine degli anni novanta, costituisce un ulteriore “depauperamento” strutturale, di riferimento e di cura della comunità grossetana, tra l’altro all’interno della struttura direzionale di Villa Pizzetti, dove sono allocati alcuni servizi/attività che possono risultare utili e sinergici per le attività socio sanitarie verso le persone anziane.
Si parla, nella deliberazione 769/2020 (pagina 167), dell’approntamento di quest’ultima per essere adibita a nuovo Ospedale di comunità e che al suo posto sorgeranno tre strutture Rsa peccato che queste saranno tutte private. Ci sembra un pessimo viatico per una azienda sanitaria pubblica che sbandiera da sempre la salvaguardia del lavoro pubblico e del servizio pubblico.
La visione confederale che la Uil ha sugli altri territori dell’area vasta (Arezzo e Siena) non fa di certo pensare ad un riassetto strutturale così drastico ed importante come quello pensato per il territorio grossetano, e questo scempio si protrae ai danni dell’intera collettività maremmana.
Perdita dei riferimenti storico/strutturali e nevralgici, depauperamento, parcellizzazione, privatizzazione di branchie di attività sanitarie nel territorio della provincia Grossetana; tutto il contrario di quello che dovrebbe perseguire un soggetto Direzionale Aaiendale che persegue la pubblicità della cura e dei trattamenti sanitari.
Come Uil non abbiamo intenzione di stare a guardare inermi mentre si perpetra lo smembramento del sistema sanitario pubblico – conclude Capponi – e sarà nostra cura vigilare con estrema attenzione e chiedere conto di quanto viene messo in campo dalla dirigenza sanitaria”.