GROSSETO – Questa mattina ho la grande fortuna di intervistare Priscilla Occhipinti, che ringrazio, unica donna master distiller in Italia, vincitrice, dal 2011 ad oggi, in soli nove anni, di 150 medaglie internazionali oro e doppio oro oltre a numerosi riconoscimenti.
Past president dei giovani imprenditori di Confartigianato Grosseto, di cui attualmente è membro del Consiglio direttivo, Priscilla, al momento, è anche membro del consiglio direttivo nazionale di Assodistil ed è da anni titolare della Distilleria Nannoni, un’eccellenza della Maremma conosciuta in tutto il mondo per la sua produzione di acqueviti: grappa, brandy, gin ed altri distillati.
Priscilla che cosa l’affascina di più del suo lavoro?
Quando sono entrata per la prima volta in distilleria la cosa che mi ha subito affascinata sono stati i profumi. Perché quando si pensa al mondo del vino, al mondo dei distillati, magari è più facile pensare all’aspetto bevanda che non all’aspetto della complessità aromatica e dei profumi. Soprattutto se uno non è del settore.
In realtà entrare in distilleria era proprio come passare una porta ed entrare in un mondo di profumi completamente diversi, piacevolissimi: di vinaccia fresca, di vendemmia, di uva ed è la prima cosa che mi ha stregata. Ora, quello che mi affascina di più è proprio giocare con questi profumi, perché concentro e porto nel bicchiere i profumi della campagna ed il lavoro di altre persone. Cioè, quando distillo la grappa, concentro nel bicchiere i profumi del lavoro fatto dal vignaiolo nella vigna, dal cantiniere in cantina, quando invece distillo per esempio il gin, concentro i profumi delle erbe officinali del nostro sottobosco, delle colline, delle nostre estati calde e non solo, perché hanno iniziato a chiedermi gin da tutta Italia ed uno dei prossimi, sarà a base di erbe officinali raccolte in Liguria per una azienda ligure. Ecco, è portare il territorio nella bottiglia.
La distillazione è un processo in cui il passare del tempo è fondamentale. Che cosa è il tempo per lei Priscilla?
Intanto il tempo non è mai abbastanza, e sono sempre a rincorrerlo per conciliarlo con la famiglia, che per me è fondamentale, e la gestione della distilleria.
Detto questo, io ho un rapporto particolare con il tempo perché penso sempre come se dovessi vivere cento anni in più rispetto all’età che ho. Per cui anche quando mi chiedono degli invecchiamenti, non ho nessuna difficoltà ad immaginarmi un distillato dopo tre, quattro, cinque, dieci anni.
In realtà il tempo poi passa più velocemente del previsto: sono già ventitre anni che distillo, e mi sembra che siano passati come uno schioccare di dita, cosa dalla quale mi aveva messo in guardia il mio maestro all’inizio della mia carriera. E quello che scandisce il tempo sono le vendemmie. Infatti il mio anno non è un anno solare, ma un anno vendemmiale, e quindi il primo dell’anno non è il primo gennaio ma il primo settembre o il venti agosto.
“La grappa è perfetta nel suo genere fino all’ultima goccia” sono parole di Josè Saramago, lei cosa si sente di dire a questo proposito?
La grappa è la regina dei distillati, e questa sua caratteristica è dovuta alla materia prima, ovvero lo scarto di lavorazione dell’uva, chiamata vinaccia, considerata normalmente un materiale povero.
Ma il bello della grappa è proprio questo, cioè il fatto che ha una materia prima estremamente varia: si pensi infatti a quanti vitigni abbiamo in tutta Italia, a quanti uvaggi possiamo fare con essi e come cambiano i profumi di ogni vitigno in base al territorio e al clima. E’ come se un pittore avesse una tavolozza con una quantità di colori enorme e questo è molto molto bello.
Nel 2017 la “ Bacco per Venere” ha vinto un premio prestigioso. Di cosa si tratta?
Si , al World Grappa Award “ Bacco per Venere “ ha vinto il” World Best Grappa”, e devo dire che mi ha fatto molto piacere. E la cosa più bella è che questo fa compagnia a tanti altri premi che sono stati assegnati ai miei prodotti.
E’ un bel riconoscimento, e vedere che in tutto il mondo apprezzano i sapori che provengono da questo angolino sperduto nella Maremma grossetana sicuramente è molto, molto, gratificante.
Non è assolutamente un punto di arrivo: è sì un altro traguardo raggiunto, ma mi piace pormi altri traguardi e cercare sempre il meglio e di migliorarmi.
“Bacco per Venere”è un distillato molto ruffiano, suadente, tant’è che nella scatola c’è scritto: “morbida e sensuale, avvolgente ed invitante, Bacco per Venere: l’acquavite provocazione e preludio”.
Le prossime uscite saranno un gin rosa, quindi un gin molto floreale, molto piacevole, dedicato al gentil sesso, e poi un amaro.
IlMaremmAmaro è un chiaro riferimento alla terra di Maremma. Che cosa ha di magico questa terra per lei?
MaremmAmaro può essere interpretato in due modi. L’amaro che è stato fatto in Maremma oppure con l’esclamazione”MaremmAmaro!” che vuol dire che è un amaro veramente amaro. L’obbiettivo è quello di dare emozioni come con tutti i miei distillati. In questo caso, non distillando ma attraverso l’infusione delle erbe officinali in alcool. Non do altre anticipazioni perché usciremo a breve ma ancora non è stato imbottigliato.
Maremma per me è l’orgoglio delle mie radici, la poesia dei paesaggi e delle tradizioni, una fonte inesauribile di profumi ed emozioni da portare nel mondo
“Grande è la fortuna di colui che possiede una buona bottiglia, un buon libro, un buon amico” Moliere.