GROSSETO – Sulla questione Coeso interviene anche la federazione di Grosseto del Pci. “Il Pci – si legge in una nota – aveva chiesto il 4 aprile a Termine e al direttore del Coeso informazioni in merito al servizio di erogazione dei buoni alimentari con una specifica nota con la quale, oltre a mettere in evidenza lacune interpretative dell’ordinanza di protezione civile e difficoltà oggettive riscontrare da numerosi cittadini della provincia di Grosseto, si chiedevano informazioni sul servizio. In particolare veniva chiesto se il servizio fosse gestito direttamente da figure professionali del Coeso o dei comuni oppure se fosse stato affidato a soggetti terzi. Nell’ipotesi di affidamento quale soggetto gestiva, a quanto ammontavano i costi previsti per sostenere tale affidamento e quali erano le figure per lo svolgimento del lavoro”.
“La nota – rileva il Pci – si chiudeva chiedendo una risposta formale ai sensi delle disposizioni di legge previste in materia di accesso e informazione agli atti della pubblica amministrazione. Da allora nulla. Per questo il Pci sollecita e lo fa scrivendo anche al prefetto di Grosseto, affinché faccia in modo che a quanto richiesto venga data risposta perché è un obbligo di legge non una facoltà sulla quale gli organi della società della salute, presidente e direttore, possono scegliere. Questa vicenda ha analogie con quanto si sta verificando rispetto alla presidenza della società della salute. Su questa non ci sono leggi di riferimento ma, se c’è un accordo scritto che prevede l’alternanza della presidenza è comunque una regola deliberata dalle istituzioni che non può essere disconosciuta dalle stesse persone che l’hanno stabilita, cercando giustificazioni arrampicandosi sugli specchi”.
“La questione non ci appassiona – scrive il Pci – come non appassiona certo i cittadini che più del presidente vorrebbero vedere ed avere servizi in grado di soddisfare i propri bisogni, cosa che invece, almeno a noi del Pci, sembra lontana perché distrutta da politiche che hanno demolito il welfare nei territori, tagliando risorse, riducendo personale, creando affidamenti nella gestione non in grado di offrire risposte alle emergenze sociali. Certo con il Pci, come affermano esponenti della destra, quanto si sta verificando a Grosseto, non lo avremmo visto ma quando si parla di Pd questo partito nulla ha a che vedere con Berlinguer e con quella storia. Il Pd di oggi si è assuefatto alle politiche neoliberiste, è per dirla alla Berlinguer è una macchina di potere”.
“Un consiglio dalla Federazione del Pci provinciale – conclude la nota – risolvete presto questa situazione applicando le regole che derivano dagli accordi deliberati e imparate a fare quella politica che ha pensato in grande, fatta con grandi scontri di idee e, certo, anche di interessi corposi, ma illuminati da prospettive chiare, anche se diverse, e dal proposito di assicurare il bene comune, con passione, entusiasmo. Soprattutto cercate di capire – come diceva Berlinguer – la realtà del paese, di interpretarla e di stimarvi e rispettarvi come De Gasperi stimava Togliatti e Nenni al di là delle asprezze polemiche perché siete l’esempio per tutti i cittadini e a loro dovete risposte”.