GROSSETO – “Vi ricordate i referendum abrogativi sui servizi pubblici di rilevanza economica del 12 e 13 giugno 2011? Tra questi vi era quello ‘contro la privatizzazione dell’acqua’, nato da una grande mobilitazione, un vero record di partecipazione: un milione e 400mila firme quando ne bastavano 500mila, raccolte da marzo a luglio 2010 dai comitati promotori. Quel referendum detto un esito schiacciante, infatti sul 55% dei voti validi il il 95,20% votò contro la privatizzazione. Da allora cosa hanno fatto i governi che si sono alternati alla guida del Paese per rispettare la volontà democratica? Nulla, se non disconoscerlo”.
A scriverlo, in una nota, la segreteria Federazione Pci Grosseto.
“E tutto questo non è solamente responsabilità del governo nazionale – proseguono dal Pci -, ma anche dei governi regionali che potevano e, ad avviso del Pci, dovevano rispettare il volere popolare.
E pensare che proprio Enrico Rossi il 17 gennaio in un convegno a Lucca affermava ‘L’acqua deve tornare ad avere una gestione pubblica’, annunciando anche una proposta di legge in gestazione.
Non è così ed anche nella nostra Toscana, perché la proposta sulla ripublicizzazione dell’acqua, presentata all’ultimo consiglio regionale, al fine di rendere esecutivo il referendum del 2011, è stata boicottata, non giungendo nemmeno a votazione perché Pd e Lega sono usciti dall’aula facendo venire meno il numero legale.
Secondo il Pci queste sono due facce della stessa medaglia che predicano bene e alla fine razzolano male disconoscendo, se non disprezzando, la volontà espressa dai cittadini. Una ulteriore dimostrazione che nella sostanza le differenze sono marginali.
Ci aspetta un mese di fuoco dove in tanti cominceranno a chiedere il voto, e lo hanno già cominciato a fare, invadendo le pagine social con tante belle promesse per poi agire in modo diametralmente opposto.
Sull’acqua si poteva fare subito, votando e rispettando la volontà dei cittadini, invece si è preferito voltare le spalle alla democrazia senza sporcarsi le mani con un voto ma semplicemente rendendo impossibile la votazione uscendo dall’aula.
Ma state sicuri, la campagna elettorale sarà fatta da molti di quelli che hanno impedito il rispetto della volontà dei cittadini, usando parole come ambiente, lavoro, diritti, beni comuni, useranno le retoriche dell’antifascismo e vi diranno che alle porte ci sono i barbari.
Non vi raccontano però che con i barbari già ci parlano, fanno accordi, affossano le proposte che sono provengono da sinistra e sono state condivise dalla maggioranza dei cittadini.
Vi martelleranno ogni giorno con la questione del voto utile contro la destra, del meno peggio ma nella realtà le ricette e i risultati saranno quelli che la destra da anni mette in atto.
Allo stesso modo i loro sostenitori parleranno del legame con il territorio, presentando la loro candidatura come la “migliore possibile”, nel rispetto della tradizione di sinistra.
Meditiamo e ricordiamoci di quanto avvenuto in questi anni in molti settori – concludono dal Pci -, non ultimo quello dell’acqua, dove si sono creati carrozzoni inutili e spesso oggetto di infiltrazioni e corruzione”.