GROSSETO – Quindici giorni dopo il gesto che ha oltraggiato la memoria degli uomini che hanno lottato ed hanno dato la propria vita per affrancare la Maremma dall’occupazione nazista e dalla dittatura fascista, la città di Grosseto si ritroverà con l’Anpi e l’intera cittadinanza per rinnovare il proprio legame con uno dei luoghi simbolo della Liberazione.
Nella mattinata di lunedì 3 agosto, dopo il tempestivo intervento di rimozione delle bruciature e del fumo che nella nottata dello scorso 19 luglio avevano annerito la lapide di Porta Vecchia, il Comune di Grosseto ed il comitato provinciale dell’associazione nazionale partigiani d’Italia si incontreranno infatti per ricollocare la corona di alloro al proprio posto, ovvero sotto la lapide che commemora i sei caduti grossetani: «Azioni come quelle messe in campo rapidamente dall’amministrazione comunale rappresentano un segnale importante e concreto in favore di tutti i grossetani – spiega Flavio Agresti, presidente provinciale dell’Anpi – siamo stati testimoni di un intervento corale da parte di tutte le istituzioni e delle forze dell’ordine. Un sincero ringraziamento va inoltre, in modo particolare, al nostro prefetto Fabio Marsilio, che nell’immediatezza del violento gesto non ha mancato di far sentire la sua vicinanza insieme a quella del Governo nazionale».
L’Anpi, nonostante la drammaticità dell’evento, ha avuto l’occasione di apprezzare la grande mobilitazione civica che ha coinvolto spontaneamente giovani, adulti e anziani, giunti numerosi per lasciare un fiore o portare una carezza alla lapide danneggiata, posta a ricordo delle vite immolate dai difensori del capoluogo maremmano alla causa della libertà nella decisiva giornata del 15 giugno del 1944.
«Il nostro è un paese nato dalla Resistenza e che deve moltissimo ai protagonisti della lotta partigiana – prosegue Flavio Agresti – le loro idee e il loro sacrificio hanno contribuito alla nascita della nostra Repubblica, fondata sulla Carta Costituzionale.
Siamo grati al sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna che si è impegnato in prima persona nella ferma condanna dell’atto e nella successiva opera di ripristino voluta dalle istituzioni locali. Adesso confidiamo negli inquirenti per una veloce identificazione del responsabile e per il suo affidamento alla giustizia. Non è possibile pensare ad un gesto riconducibile alla volontà di un singolo poiché sono troppi i casi analoghi, tanto da farci paventare l’esistenza di una trama neofascista. Chi ha commesso quel gesto rinnega le nostre radici – chiosa il presidente dell’Anpi – occorre pertanto proseguire lungo la strada della legalità, vigilando affinché l’applicazione delle leggi e della Costituzione, democratica e antifascista, continuino ad essere la solida garanzia che tutela la Repubblica Italiana».