GROSSETO – A 6 anni dalla sua nascita, l’OP (organizzazione produttori) Granai di Toscana fa un bilancio della propria attività alla vigilia di un importante rilancio sia a livello societario sia sul mercato per quanto riguarda la distribuzione del suo prodotto di punta vale a dire la pasta.
“Innanzitutto Granai di Toscana non è solo “pasta” ma grazie all’attività dell’OP è diventato un punto di riferimento del settore cerealicolo non solo per i soci ma anche per tutti gli acquirenti che si presentano sul mercato – precisa il presidente Graziano Chelli, e questo ha permesso a tutti i soci di poter vendere i propri prodotti e di realizzare dei guadagni seppur piccoli. In questi anni molte cose sono cambiate tra queste anche la compagine sociale dell’OP. Sono cambiati in parte i soci con nuovi ingressi e soprattutto c’è l’interesse reale di partner importanti con i quali stiamo mettendo a punto progetti e contatti che ci vedono lanciati anche su nuovi mercati.
Questo anche in virtù del ruolo sempre più centrale che le OP assumeranno in futuro in particolare all’interno della PAC (Politica agricola comunitaria) 2021.
Spesso poco note al grande pubblico le OP, Organizzazioni di produttori agricoli, hanno un ruolo fondamentale in molti comparti dell’agricoltura europea e nazionale, tanto da essere considerate uno strumento economico centrale della politica agricola comune. – spiega il presidente. Le OP sono gruppi di produttori agricoli che si costituiscono in associazione, per lo più cooperativa, per gestire in comune alcune fasi a valle della produzione primaria. Inizialmente hanno interessato alcuni settori, orto-frutta, latte e derivati, olio di oliva, vino ma oggi la loro attività si estende a quasi tutti i comparti dell’agro-alimentare.
Scopo del mettersi insieme è quello di coordinare la filiera attraverso un’organizzazione che si occupi del commerciale, dello stoccaggio o della logistica, permettendo così alle singole aziende agricole una maggiore concentrazione e gestione dell’offerta. L’aggregazione inoltre permette spesso di superare le debolezze della piccola impresa agricola e di ottenere una maggiore forza contrattuale rispetto al comparto a valle.
Questo – aggiunge Chelli – significa che i soci che hanno creduto e continuano soprattutto a credere nell’OP uscendo dal particolarismo che caratterizza gran parte del mondo produttivo (non solo agricolo) in Toscana ci hanno visto giusto e presto raccoglieranno i frutti di questa scelta.
In questi mesi, caratterizzati anche dal Covid, l’OP Granai di Toscana non è rimasta ferma e al di là delle vicende societarie ha concentrato la sua attenzione anche sul prodotto di punta, vale a dire la pasta “Granai di Toscana” salvaguardando prima di tutto la qualità che è il segno che la contraddistingue ottimizzando e razionalizzando i costi in tutti i punti della filiera, dalla logistica al trasporto in modo da permettere ai propri consumatori di avere un prodotto del territorio genuino e privo di qualsiasi tipo di additivo chimico a prezzi competitivi.
Novità importante per venire incontro alle enormi richieste dei consumatori, l’OP ha creato una rete di agenti che hanno già iniziato a muoversi dal centro Italia per espandere la vendita verso il nord del Paese e raggiungere così altri mercati dove la pasta è attesa da tempo.
La ristrutturazione della rete di vendita – conclude – permetterà una chiusura in positivo del bilancio che sarà il primo passo verso la realizzazione di uno dei tanti sogni degli uomini che compongono l’OP e cioè la creazione di un primo pastificio artigianale che permetterà la completa lavorazione in proprio di questo straordinario prodotto”.