GROSSETO – “E’ di questi giorni l’allarme di Legambiente riguardo l’erosione delle coste italiane, che interessa quasi il 50% delle nostre spiagge e che negli ultimi 50 anni ha sottratto 4mila ettari di litorale sabbioso”.
A scriverlo, in una nota, Wwf Toscana.
“Anche in Toscana – prosegue l’associazione ambientalista – il problema esiste e ormai da molti anni si spendono milioni di euro (oltre 9 milioni solo nel 2018-2019) per il “ripascimento” delle spiagge maggiormente colpite.
Secondo l’ultimo monitoraggio pubblicato dalla Regione, dal 2005 al 2019 si sono persi in Toscana circa 35 ettari di spiaggia (solo nel 2019 gli ettari persi sono stati 15); la spiaggia che negli ultimi 14 anni ha subìto i maggiori tassi di erosione è, a conferma di quanto già verificato in passato, quella di Bocca d’Ombrone (Grosseto), alla foce del fiume, con 108 metri di arretramento e con un tasso di erosione superiore a 5 metri all’anno; altri forti arretramenti costieri (-17 metri) si sono avuti ad Alberese (Grosseto), dove la spiaggia è stata oggetto alcuni anni fa di un imponente (e costoso) progetto di recupero.
E questo accade anche nel nord della Toscana presso le foci del Serchio e dell’Arno. Nello stesso documento è sottolineato lo stretto legame tra i forti fenomeni erosivi del litorale in corrispondenza delle foci dei principali corsi d’acqua e il diminuito apporto di sedimenti da parte di quest’ultimi.
Nella sola provincia di Grosseto, nel periodo 2016-2019, per compensare la perdita delle spiagge si sono movimentati quasi 100mila metri cubi di materiale di ripascimento (sugli 800mila metri cubi in tutta la costa toscana).
A fronte di questi sforzi per conservare le nostre spiagge, restiamo quindi sconcertati nell’apprendere che il Consorzio di Bonifica Toscana Sud, con il beneplacito della Regione, ha recentemente aggiudicato lavori per oltre 450mila euro che prevedono l’asportazione di 110mila
metri cubi di sedimenti pregiati (ghiaie e sabbie) dal fiume Ombrone al ponte sulla S.P. 64 del Cipressino (nei Comuni di Cinigiano, Civitella Paganico e Montalcino), sottraendoli alle naturali dinamiche sedimentarie di foce e di costa.
Proprio l’Ombrone quindi, alla cui foce si registra il più alto tasso di erosione del litorale toscano, sarà privato di una quantità enorme di materiale d’alveo, superiore ai ripascimenti degli ultimi 4 anni in tutta la costa grossetana e sette volte maggiore del recente intervento di ripascimento realizzato nel comune di Castiglione della Pescaia. Un quantitativo pari ad una fila di camion di ottanta chilometri.
Materiale che tra l’altro verrà ceduto, forse meglio dire regalato, alla ditta esecutrice, attribuendoli un valore di 5 euro al metro cubo a fronte di un valore di mercato di 25-30 euro al metro cubo, come parziale compensazione per i lavori.
E’ dalla fine degli anni settanta che l’escavazione e l’asportazione di sedimenti dai corsi d’acqua è stata riconosciuta come causa primaria della riduzione dei litorali e oggi sappiamo che può anche innescare fenomeni di erosione delle sponde dei fiumi, scalzamento al piede dei ponti, abbassamento della falda e danni diretti agli ecosistemi fluviali, già messi a dura prova da inquinamento, prelievi idrici e tagli della vegetazione.
Marcate perplessità su queste problematiche sono esposte dall’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale nel parere rilasciato al Consorzio e contenuto nella determinazione di approvazione del progetto (determina del direttore Area studi e progettazione del Consorzio di Bonifica Toscana Sud 227/2019), l’autorità di Bacino ‘ritiene non condivisibile una strategia di massiccia asportazione di sedimenti in un ampio tratto fluviale, che potrebbe rappresentare squilibri significativi e indurre erosioni a carico di infrastrutture presenti e tratti limitrofi. Le asportazioni di inerti devono essere giustificate da un adeguato piano di gestione dei sedimenti, da elaborare a partire da dati aggiornati alla scala di bacino/sottobacino ed in connessione con le dinamiche di foce ed erosione costiera, e ancora ritiene che la strategia di intervento debba essere cautelativa, prediligendo movimentazioni di materiale d’alveo da zone in deposito a zone in erosione ed evitando rimozioni diffuse’.
Fa specie come tali osservazioni siano state praticamente ignorate e il progetto sia stato ugualmente approvato ed appaltato. Come fa specie che la Regione da una parte investa milioni di euro delle nostre tasse e di contributi comunitari in interventi di ripascimento dei litorali e dall’altra avalli, investendovi altre ingenti risorse pubbliche, interventi come questo, completamente in antitesi con lo sforzo economico di cui sopra, senza peraltro una seria analisi dei probabili effetti negativi che verranno innescati e senza una adeguata quanto opportuna valutazione ambientale che un tale mastodontico progetto avrebbe forse richiesto.
Ritenendo oltremodo dannosi ed inopportuni questo tipo di progetti – concludono dall’associazione -, ci troviamo ancora una volta a denunciare quanto sta accadendo e siamo costretti come Wwf Toscana a registrare l’assoluta inadeguatezza delle politiche regionali per la gestione dei nostri (poveri) fiumi, che generano pesanti e costose ricadute sul loro stato di salute e su quello delle nostre spiagge, minacciando, oltre alla biodiversità, anche l’attrattività turistica dell’intera area e le attività economiche connesse”.