GROSSETO – Parte da Grosseto il tour toscano delle Sardine in vista delle elezioni regionali, che si terranno il 20 e il 21 settembre prossimi. Le Sardine hanno fatto tappa alla Uisp, in viale Europa, dove hanno partecipato ad un pranzo sociale con i simpatizzanti.
«L ‘obiettivo del tour “-selfie+poliitica” – così si chiamano gli incontri che le Sardine hanno programmato in tutta Italia, nelle località in cui a settembre si voterà per amministrazioni regionali e comunali – è quello di recuperare le persone alla partecipazione civica. Non si tratta di un tour elettorale, ma di un tour politico. Non si parla infatti di nomi o di alleanze, ma di visioni, di persone, di comunità. Un filo rosso che esalta e racconta il tessuto sociale e che ricuce distanze geografiche, sociali ed ideologiche. Chiunque si vorrà unire potrà farlo, e troverà accoglienza, ascolto e prossimità».
Il tour è partito da Fratta Polesine (Rovigo) il 23 luglio scorso. E’ proseguito a Padova, Pesaro, Acquasanta (Ascoli Piceno), Arquata del Tronto (Ascoli Piceno), Marina Palmense (Fermo), Lecce, Cassino (Frosinone). Oggi fa tappa a Grosseto, per proseguire alla volta di Pisa, Genova e Stella (Savona). Queste le tappe confermate fino ad oggi.
A Grosseto, insieme ad altri ragazzi dell’organizzazione, è arrivato anche il leader delle Sardine, Mattia Santori.
“Stiamo mettendo le nostre orecchie a disposizione dei territori, e in ricompensa stiamo ricevendo storie, esperienze, visioni di comunità e soprattutto stiamo scoprendo il significato della parola politica, che spesso è percepita quasi come una parolaccia – spiega Santori -. Stiamo anche scoprendo il senso di avere un circolo Arci, una sede Usip, avere delle attività, fare volontariato, e tutto questo ci aiuta, e aiuta i ragazzi e le ragazze che sono con noi, a riscoprire una visione diversa della politica.
Noi veniamo dalla storia dell’Emilia Romagna, che dimostra che senza dare indicazioni e senza presentare liste si può comunque influenzare un voto, e questo avviene un po’ ovunque. E’ chiaro che ogni Regione ha le proprie peculiarità, ma quello che abbiamo capito è che una coalizione che abbia al suo interno tutte le anime della sinistra rende più facile identificare sia gli alleati che gli avversari. E’ quello che è successo in Emilia Romagna, ma non è dipeso da noi.
Come cittadini-elettori dobbiamo avere la pretesa di chiedere che la campagna elettorale sia un momento importante della democrazia in cui si ragiona sul passato e, soprattutto, si offrono visioni sul futuro. E l’Italia ne ha un gran bisogno: siamo un paese molto decadente da un punto di vista sociale e politico, e avremo proprio bisogno di campagne elettorali “esaltanti”.
Noi da movimento siamo diventati tour operator – scherza Santori rispondendo alla domanda se le Sardine hanno o meno l’ambizione di diventare un partito -, quindi, in questo senso, stiamo sbagliando tutto lo sbagliabile. Abbiamo fatto una semina, raccogliamo e fertilizziamo il terreno su cui abbiamo seminato. Stiamo facendo ciò che dovrebbe fare la politica. Le piazze dei mesi scorsi lo dimostrano, come lo stanno dimostrando quelle del Black lives matter e Frydays for future: c’è una gran richiesta di politica.
C’è una perdita di fiducia generalizzata in tutta Italia nella politica, che è un cancro che abbiamo ormai stabile, e abbiamo un centrosinistra che si è seduto sugli allori, e questo ha portato alla ribalda della Lega, Fratelli d’Italia, ma anche del Movimento 5 stelle: quando si lascia un vuoto, qualcun’altro lo riempie.
La gente cerca risposte. Si può avere anche forti posizioni di sinistra, ma nel territorio bisogna saper amministrare. Inoltre, purtroppo, nei territori si vive spesso di potentati. Un esempio: l’unica Regione in cui si è trovata una sintesi civica che unisce tutto il centrosinistra è il Veneto, dove il centrosinistra è sicuro di perdere. Invece dove c’è una speranza di ottenere del potere, si litiga, ci si sgozza, ci si accoltella, non tanto a livello di partito nazionale, ma a livello di potentati locali, perché alla fine questo è il Pd e tutti i satelliti che girano intorno.
Questo è molto deludente, soprattutto per i cittadini che si ritengono di sinistra, come me. Noi abbiamo trovato delusione ovunque – ha concluso -, perché la gente percepisce quando non c’è una spontaneità e una bontà di fondo”.
Di seguito il testo integrale della lettera aperta delle Sardine di Grosseto.
In Toscana ed in Maremma il movimento delle Sardine, in questi sei mesi, ha costruito un percorso di partecipazione condiviso ed inclusivo, anche se il blocco forzato dovuto alla pandemia da Covid-19 ha limitato molto le presenze in piazza, luogo di aggregazione principale per un movimento come quello delle Sardine.
Il manifesto valoriale sviluppato dalle 6000 sardine allontana da una dimensione prettamente politica del ruolo delle Sardine per spingerci verso quella che è la nostra vocazione: influenzare il mondo della politica su temi etici e valoriali.
La vittoria alle regionali in Emilia-Romagna e l’argine ad una destra sempre più sovranista, populista e anti europea, per questo estremamente pericolosa e divisiva ha dimostrato cosa sono e come la pensano le Sardine.
Definirsi Sardine significa soprattutto riconoscersi nei valori fondanti della nostra Costituzione, nei punti valoriali del nostro Manifesto, nel modo generoso di fare politica e metterci la faccia senza chiedere né ottenere vantaggi, senza strillare o provare a dividere il campo dei nostri naturali interlocutori.
Oggi, più che mai, si sente l’esigenza e l’urgenza di un fronte unito e compatto del centro sinistra, ancorato ai valori dell’europeismo e del solidarismo, per rispondere al tentativo leghista e delle destre di occupare altre regioni. Da qui l’invito agli elettori Maremmani a non cedere ai tentativi della destra a trazione leghista, con la richiesta ai partiti e politici del centro sinistra di fare uno sforzo unitario per contrastare questa iattura.
Ci rendiamo conto delle dinamiche politiche e partitiche che stanno portando il fronte antisovranista a presentarsi diviso all’appuntamento di settembre, ci sarebbe ancora tempo ma non sappiamo se ci sia la volontà per superare gli egoismi e le divisioni per evitare di correre il rischio di regalare, per nostre incapacità, la Toscana alla peggiore destra di questo Paese che si presenta con una candidata molto “rappresentativa” delle loro peggiori istanze.
I cittadini Toscani e Maremmani non ce lo perdonerebbero mai.
In assenza di una posizione unitaria delle forze di centro sinistra, non prenderemo posizione a favore di questa lista o quel candidato in vista del prossimo appuntamento delle Regionali Toscane ma, rispettando il nostro manifesto valoriale, ci sentiamo di fare comunque un appello.
Allora l’invito è a tutti gli attori del campo del centro-sinistra e al loro senso di responsabilità per una campagna elettorale fatta di programmi e di aperture alla società civile, ai territori e alle piazze, per attivare le migliori energie di questa Regione e delle sue comunità. Nessuna esclusa.
In questo quadro, vanno costruttivamente considerate le questioni importanti per la nostra Regione e sentite fortemente dalle persone: la sanità, la questione ambientale, il buon governo del territorio, il regionalismo differenziato e le sue conseguenze, lo smaltimento dei rifiuti, i trasporti, i beni comuni, i diritti sociali e la partecipazione, il lavoro e le politiche di welfare, la cultura e il turismo, la parità di genere, la lotta alle violenza fisica e verbale contro i diversi, le fasce più deboli.
Il tema della salute è tornato prepotentemente prioritario in questo nostro Paese durante la pandemia e, nonostante i ritardi, al Governo ed alla Regione Toscana riconosciamo di aver reagito diligentemente. E’ urgente ora passare ad una visione sanitaria territoriale diffusa investendo decisamente e senza retorica sulla territorialità per dare risposte ai bisogni di salute e fare vera prevenzione primaria. La Maremma grossetana è la provincia toscana a più bassa densità abitativa, 221mila abitanti su oltre 4mila 500 chilometri quadrati, investire solo sugli ospedali centrali, sguarnendo la sanità territoriale della zone collinari e di montagna (come fatto in questi anni) risponde spesso a logiche di efficienza economica ma a scapito della garanzia a tutti i cittadini di servizi sanitari di qualità equivalente anche nell’accesso alla medicina specialistica ed alle funzioni di prima assistenza di prossimità.
Nessuna chiusura o riduzione funzionale di strutture sanitarie esistenti ma apertura di nuovi punti di assistenza sanitaria e potenziamento nei servizi in quelle esistenti.
In una realtà come la nostra caratterizzata da una pesante mancanza di industria e concentrata sull’agricoltura e sul turismo, settori che creano lavora stagionale e non qualificato anche se esprimono una discreta qualità e che in queste condizioni non rappresentano un volano per una occupazione seria e stabile che consenta ai giovani di rimanere e di trovare una collocazione, di muoversi in una realtà lavorativa e imprenditoriale dinamica mentre le imprese private più importanti producono chimica e la tanto decantata Maremma-paradiso-naturale non ha ancora fatto i conti con i siti inquinati da bonificare.
Mentre l’agricoltura stenta ad abbandonare l’uso dei prodotti fitosanitari, con i nostri bravissimi agricoltori poco aiutati a competere realmente, e la produzione di energia alternativa, per come è fatta ci lascia perplessi e allarmati, noi crediamo che sia arrivato il momento di dare un volto nuovo a questa Provincia, di iniziare a volare verso lidi più alti, di abbandonare la logica delle seconde case collegate alla presenza del mare, di pensare a strutture in grado di offrire lavoro di qualità, stabile e qualificato, di dare un senso a questo territorio creando le condizioni per farlo diventare punto di riferimento culturale scientifico per un diverso modo di coltivare, luogo sperimentale per affrontare i cambiamenti climatici e dell’agricoltura eco-compatibile.
Dare un senso all’abitare qui sentendosi finalmente comunità e non una sommatoria di situazioni e di Comuni. La Maremma si deve caratterizzare tutta insieme e trovare una collocazione nell’ambito della Toscana esaltando le sue caratteristiche e risolvendo i problemi atavici che si porta dietro perseguendo un modello di sviluppo diverso che permetta una crescita economica e culturale di chi ci abita, diventando terra sperimentale per pensare cose nuove, utilizzando i saperi che le Università Toscane sanno esprimere.
Dobbiamo utilizzare le risorse che stanno arrivando e collegarci all’Europa.
Chiediamo alle forze progressiste toscane di rappresentarci e di permetterci di entrare nel nuovo mondo che si sta proponendo partendo dalle risorse territoriali e umane che ci caratterizzano. Vogliamo tornare a volare. Lottare contro i populismi e i sovranismi per costruire un mondo diverso dove alla base di tutto ci sono le relazioni umane e il contatto intelligente con la natura.
Le Sardine non sono un partito e non hanno liste elettorali da presentare, non conta il simbolo, la bandiera, la maschera che si indossa, ma l’azione che ciascun individuo intraprende concretamente nella propria comunità per la tutela del bene comune, della dignità umana e del benessere collettivo.