GROSSETO – La mascherina si porta sopra il naso, la distanza tra i tavoli? Almeno un metro. I guanti? Meglio lavarsi le mani. Sono solo alcune delle prescrizioni previste come ci conferma Gloria Giacobetti, direttore dell’unità operativa tecnici della prevenzione sulla sicurezza alimentare della Asl.
«Gli esperti ci dicono da tempo che il virus si diffonde attraverso il contatto da persona a persona. Non è provata la diffusione per via orofecale, come avviene ad esempio per alcuni batteri, tipo la salmonella, e non è provata la diffusione attraverso gli alimenti cotti. Quindi l’obiettivo è contenere la diffusione attraverso il contatto tra le persone».
Poi Gloria Giacobetti fa un esempio pratico: «Se visualizzassimo come si diffonde il virus, se potessimo evidenziarlo con un pennarello, vedremmo che viene emesso con droplet, goccioline di saliva e secrezioni nasali. Con le mani siamo in grado di trasferire queste goccioline sulle superfici che tocchiamo: soldi, maniglie delle porte, piatti, vassoi, dove altre persone con le loro mani possono poi portarle alla bocca o agli occhi. Dobbiamo evitare che avvengano questi trasferimenti tra persona e persona».
Giacobetti, esperta di sicurezza alimentare, precisa le norme vigenti nei luoghi in cui si somministrano alimenti: «Tutti dobbiamo indossare la mascherina, sempre, salvo i momenti in cui essa non ci consente di mangiare. Quindi al momento della consumazione potrò abbassarla, mentre per tutto il resto del tempo dovrò indossarla comprendo naso e bocca così da non trasferire i fluidi da me all’ambiente, alle suppellettili, agli oggetti che tocco».
«In un primo momento l’indicazione era di indossare i guanti, ma questo induceva la gente ad un eccesso di sicurezza e allora se non si sa come metterli, come toglierli e come tenerli, portandoli costantemente per più ore, è molto meglio non metterli affatto e lavarsi spesso le mani».
Per quanto riguarda le cucine dei ristoranti, ma anche per i laboratori dei bar, o di altra produzione alimentare, è opportuno indossare la mascherina «perché è improbabile che si riescano a mantenere distanziate le postazioni di lavoro; è già difficile mantenere la distanza in caso di postazioni fisse e quindi non ci sono sufficienti tutele per i lavoratori. In ogni caso se non indossa la mascherina l’esercente deve garantire che le misure attuate per la prevenzione siano efficaci: ossia deve dare garanzia che i fluidi corporei di chi lavora il cibo non si trasferiscono, con la respirazione o attraverso il contatto, sulle superfici o nei piatti. Questo tipo di tutele, ovviamente, si applicano non solo per il Covid, ma anche per altri tipi di contaminazione da parte di virus o batteri».
«I gestori delle attività di somministrazione sono in genere ben preparati per quanto riguarda le misure di igiene del personale e di sanificazione e detersione, come abbiamo potuto rilevare nel corso delle attività di vigilanza effettuate nel corso della fase 2 e nei controlli tenuti nelle giornate festive e prefestive nel periodo estivo. Maggiori incertezze sono emerse proprio nelle modalità di gestione degli spazi dedicati agli avventori e su questi argomenti c’è stato un ampio confronto».
Per il personale di servizio ai tavoli, l’ordinanza 65 della Regione prevede nel contatto con i clienti l’uso di mascherine e prodotti igienizzanti per le mani prima di ogni servizio al tavolo.
Per quanto riguarda i tavoli, dopo un primo momento di difformità tra le Regioni (la Toscana indicava come distanza di sicurezza il metro e 80) ora si richiede almeno un metro di distanza tra i diversi tavoli. «Sempre per la ristorazione è fondamentale favorire il ricambio d’aria così da diminuire la carica batterica in sospensione» meglio ancora se c’è uno spazio all’aperto da utilizzare, come stanno favorendo molti comuni.
Per quanto riguarda invece gli assembramenti all’esterno dai locali, la normativa individua una corresponsabilità da parte del gestore del locale, perché chi si ferma è spesso in attesa di entrare «e dunque l’esercente dovrà chiedere di rispettare i termini delle ordinanze. Ovviamente in caso di situazioni di difficile gestione dell’ordine pubblico potranno appoggiarsi alle forze dell’ordine». Disponibile a fornire supporto anche l’ufficio della Asl, che, oltre ad informare, in questi mesi, ha svolto una grande azione di controllo in locali, bar e ristoranti, a garanzia della salute di tutti i cittadini».