ALBINIA – “Il Pci di Albinia – Orbetello prende nuovamente atto dei pretesti che si mettono in campo per non realizzare l’adeguamento del corridoio tirrenico mettendo in campo una megavariante intorno ad Albinia”.
A scriverlo, in una nota, Rosalba Fanciulli per la segreteria Pci Albinia-Orbetello.
“È l’ennesimo copione che si ripropone ad ogni tornata elettorale – proseguono -: da una parte si sostiene l’idea, per opportunismo elettorale legato alle elezioni di turno, di annunciare che l’opera si farà, e dall’altra si mettono in campo proposte che stravolgono la proposta di adeguamento del tracciato mettendo in campo varianti e, in questo caso, megaprogetti che offendono un’intera comunità frutto di una superficialità e di un menefreghismo politico interessato solo a cavalcare il consenso.
Il modo, utilizzato frequentemente anche per altri settori, è lo stesso: grandi annunci per chi vuole vincere facile e, qualora non ci dovessero riuscire, restano sempre le armi ad effetto come i carri armati di Eugenio Giani o le ruspe di Matteo Salvini pronte sempre a cavalcare le richieste dei cittadini.
La mega opera, oltre che a produrre un impatto ambientale e rovinare l’aspetto paesaggistico con infrastrutture orribili messe in opera in una zona di pregio, distruggerebbe anche le attività lavorative nate proprio per valorizzare il nostro territorio legate ad attività economiche come per esempi la filiera corta e il turismo che si caratterizza in agriturismi e maneggi.
Si continuano a cercare soluzioni che arrecano danno all’ambiente e all’economia, già in crisi, con opere e infrastrutture inopportune.
Non scordiamoci che proprio con la realizzazione del mega cavalcavia si è data la prima spallata all’economia di Albinia e delle zone limitrofe con conseguenze ambientali ed economiche evidenti.
L’adeguamento dell’attuale tracciato con la messa in sicurezza dell’Aurelia – conclude Fanciulli – è l’unica soluzione possibile per creare quel collegamento che manca tra Livorno e Civitavecchia, che non avrà impatti negativi dal punto di vista ambientale e paesaggistico e darà respiro anche all’economia consentendo di mantenere quel tessuto produttivo tipico che deve considerarsi bene insostituibile e peculiare di una terra che vuole crescere senza perdere le proprie tradizioni”.