GROSSETO – La sentenza (n 439/2000) emessa dal tribunale di Grosseto è chiara: il giudice d’appello dà ragione alla Provincia di Grosseto, dopo la sentenza del giudice di pace che aveva precedentemente accolto il ricorso di un’azienda a cui veniva contestata la violazione del limite di velocità sul tratto dell’Aurelia, al km 163+250, rilevata con autovelox mobile, in località Uccellina (comune di Magliano in Toscana).
L’appello dell’ente risulta fondato: l’infrazione è stata regolarmente accertata in presenza della polizia provinciale e il rilevatore risulta correttamente tarato.
Ulteriori verifiche hanno rilevato che in caso di posizione non perfettamente perpendicolare delle fotocellule dell’apparecchio e dunque di non corrispondenza tra le misure dei due raggi laser che calcolano la velocità delle auto in entrata ed in uscita, il macchinario annulla la lettura: l’errato posizionamento non comporta errori di misura, semmai maggiori annullamenti. Inoltre è stato provato che un segnale inclinato rispetto alla carreggiata genera un incremento della distanza tra i due sensori e di conseguenza una velocità rilevata minore di quella effettiva.
Il ricorso è stato dunque respinto, condannando l’azienda a corrispondere le spese legali e processuali.