GROSSETO – “Abbiamo atteso un anno, ma le motivazioni della sentenza di assoluzione, nel processo che vedeva coinvolto un nostro sacerdote con accuse infamanti, fanno piena giustizia e restituiscono a lui e alla Chiesa diocesana serenità e consolazione dopo anni di prova durissima”.
Sono le parole con cui il vescovo Rodolfo (foto) e don Paolo Gentili, vicario generale della Diocesi, commentano le motivazioni della sentenza di assoluzione di un sacerdote diocesano, dopo sette anni di calvario.
“Come già esattamente un anno fa la sentenza di assoluzione aveva fatto allargare il cuore del sacerdote, nostro e di tutte le persone – tantissime – che in questi sette anni non hanno mancato di mostrargli vicinanza e sostegno, così ora le motivazioni della sentenza depositate dal giudice del Tribunale di Grosseto ulteriormente ci rincuorano, perché la giustizia italiana ha ravvisato la totale estraneità del sacerdote rispetto alle accuse che gli erano state mosse.
Lo dicemmo un anno fa e lo ribadiamo oggi: questa vicenda lascia dietro di sé tanta sofferenza e tanta umiliazione, vissuta dal sacerdote sempre con atteggiamento di profondo rispetto per il corso della giustizia e di attesa paziente. Questi anni sono stati un’altissima forma di testimonianza di un prete amato, benvoluto, capace e che è dono per tutti noi. Ringraziamo ancora una volta il collegio difensivo composto dagli avvocati Giacomo Gonzi e Lorenzo Mascagni, insieme al compianto Bruno Leporatti, auspicando che mai più nessun altro debba soffrire per vicende analoghe”.