GROSSETO – “Come Confartigianato Grosseto abbiamo accolto positivamente la promessa contenuta nel decreto Rilancio che ha introdotto nuove importanti casistiche per la detrazione fiscale degli interventi da eseguire sul patrimonio immobiliare esistente (per il momento limitati agli edifici a uso civile e abitazione) a fronte dei quali è previsto addirittura il recupero del 110% dell’investimento sostenuto (cosiddetto Superbonus). Un intervento atteso, perché consentirebbe alle piccole imprese artigiane del territorio di avere quella boccata di ossigeno, oggi necessaria più che mai, per dare impulso e linfa all’economia locale”. così commenta il segretario di Confartigianato Mauro Ciani, che però analizza la situazione.
“Il condizionale però è d’obbligo – riflette – in merito ad una agevolazione ad oggi purtroppo poca chiara, perché questa norma, che ha lo scopo di rilanciare le attività del “settore casa”, ovvero l’edilizia e il suo indotto, l’impiantistica, i serramenti e l’efficienza energetica, allo stato dei fatti, rischia di ottenere l’effetto opposto a quello voluto: si è infatti generato una situazione di attesa, per capire quali saranno le condizioni più vantaggiose attuabili, che ha portato ad uno stop della maggior parte dei lavori che erano stati programmati anche prima dell’emergenza Covid”.
“Si tratta di una situazione davvero paradossale – continua – che va a gravare su un numero importante di imprese locali, sui propri dipendenti oltre che sul patrimonio immobiliare. In provincia di Grosseto, in attesa di capire quale futuro li attende sono: 826 imprese e 2112 addetti nel settore dell’impiantistica, nell’edilizia 3158 imprese con 9056 occupati e circa 150 aziende nel settore della serramentistica e carpenteria metallica con 400 dipendenti. Numeri importanti per la nostra economia; imprese, dipendenti e famiglie che in una situazione di congiuntura negativa aspettano direttive”.
“Il Decreto Rilancio – insiste Ciani – garantisce la possibilità di ottenere una riduzione pari al 110 per cento della spesa per la esecuzione di una molteplicità di tipologie di opere: efficientamento energetico (con obbligo di miglioramento di almeno due classi energetiche, o di raggiungimento della classe più alta), interventi di adeguamento antisismico, interventi di realizzazione del cappotto termico, interventi sulle parti comuni degli edifici per la sostituzione degli impianti di climatizzazione estesi anche alle pompe di calore, interventi per realizzazione di impianti ibridi o geotermici e fotovoltaici; lavori da eseguire su edifici privati e condominiali. Purtroppo la situazione è attualmente in una fase di stallo perché manca la chiarezza in merito agli strumenti necessari per poter trovare piena attuazione: mancano i provvedimenti attuativi dell’Agenzia delle Entrate (la cui emanazione era stata prospettata entro il 19 giugno u.s ) ed il Decreto del Mise per l’individuazione delle modalità di produzione delle asseverazioni attestanti i requisiti. Questo significa che l’operatività e la fattività dell’agevolazione promessa non potrà presumibilmente avvenire prima dell’inizio di settembre”.
“Una situazione quasi surreale – continua Ciani- visto che questo intervento potrebbe dare respiro all’edilizia e al suo indotto aiutando piccole imprese artigiane ma anche famiglie. Come Confartigianato siamo dunque a chiedere che il superbonus, attivo ufficialmente dal primo di luglio 2020 fino alla fine del 2021, venga esteso almeno a tutto il 2022 e possibilmente al 2023. Infine come associazione che rappresenta i piccoli e piccolissimi artigiani torniamo a chiedere che le autorità preposte vigilino sulla applicazione della norma al fine di non creare possibili effetti distorsivi sulla concorrenza, favorendo le grandi imprese a scapito delle più piccole. Ciò sopratutto in riferimento alla parte del dispositivo che riammette la possibilità di cessione del credito d’imposta e di sconto in fattura della parte agevolabile, in merito alle quali ci aspettiamo che vengano messi a disposizione delle pmi strumenti adeguati che consentano, in sinergia con il sistema bancario, di poter utilizzare in maniera adeguata tali opportunità”.
“Se questo decreto è particolarmente appetibile per i cittadini – conclude il segretario – poichè parrebbe ammettere la possibilità di eseguire determinate tipologie di lavori senza pagare, per le imprese rappresenta, un punto interrogativo: non tutte le aziende possono permetterselo, le piccole imprese non possono infatti sostenere uscite di liquidità ingenti, anticipando lo sconto, non potranno dunque beneficiare di questa opportunità e dovranno lasciare il posto ad imprese più strutturate. La nostra richiesta è che il Governo faccia chiarezza al più presto emanando i decreti attuativi e le circolari esplicative, che si estenda la durata del superbonus, ecobonus e sisma bonus, almeno al 2022 e soprattutto che via sia quella giusta attenzione affinchè non sia l’ennesimo regalo alle multinazionali ed alle grandi imprese, che per la gran parte, hanno sede fuori dal territorio di Grosseto”.