AMIATA – Quattro uomini e una donna. Le indagini dei carabinieri della tenenza di Arcidosso e della compagnia di Grosseto hanno portato in carcere gli uomini mentre la donna (che dava supporto logistico, preparava i pasti, e faceva da taxi) è stata sottoposta ad obbligo di dimora.
Si tratta di cinque marocchini e una polacca: tutti sono accusati in concorso di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti ed erano destinatari i un’ordinanza cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Grosseto, su richiesta della Procura della Repubblica di Grosseto.
Tre dei quattro arrestati sono stati individuati nelle loro case in provincia di Grosseto, mentre il quarto è stato rintracciato in provincia di Foggia. La misura trae origine da un’attività avviata dai Carabinieri di Arcidosso nel 2019, quando a seguito di vari servizi di controllo del territorio dedicati al contrasto dello spaccio di stupefacenti nei territori dei Comuni di Arcidosso, Cinigiano e Seggiano, il 22 maggio 2019 venivano arrestati in flagranza due cittadini marocchini, trovati in una zona boschiva del comune di Cinigiano in possesso di diversi tipi di stupefacenti già suddivisi in dosi.
Le indagini hanno permesso di accertare la connessione tra i due arrestati ed altri soggetti che fornivano completo supporto logistico. I due infatti venivano portati sul posto dello spaccio, ricevevano viveri, bevande e telefoni, e venivano saltuariamente ospitati nelle abitazioni di altri spacciatori; le indagini hanno anche portato a ricostruire la rete di clienti, in maggioranza giovani del posto, che si rifornivano regolarmente da tali soggetti.
I carabinieri sono riusciti a delineare la fiorente attività di spaccio condotta dagli indagati che, nonostante l’arresto dei due connazionali del maggio 2019, avevano proseguito regolarmente le attività illecite, unica loro fonte di sostentamento, fino ai primi mesi del 2020, per poi interrompersi verosimilmente a causa della chiusura imposta dal governo dal marzo. Per evitare controlli, gli spacciatori cambiavano spesso i luoghi di spaccio, scegliendo sempre zone boschive dei Comuni di Arcidosso prima, di Seggiano e Cinigiano poi, arrivando ad individuare alcune aree impervie vicine alla vetta dell’Amiata.
Fondamentali, oltre alle attività tecniche e ai relativi riscontri che hanno permesso il recupero di diverse sostanze, le informazioni rese dagli stessi acquirenti, che hanno più volte e senza dubbio riconosciuto tramite individuazioni fotografiche i loro fornitori