AMIATA – Le faggete amiatine, avviate all’alto fusto a partire dagli anni 30, sono il frutto di regolari interventi selvicolturali eseguiti attraverso opportuna pianificazione. La gestione non riguarda solo l’esecuzione dei tagli colturali, per lo più diradamenti che devono condurre al rinnovamento del bosco, mantenere la funzione idrogeologica della foresta e anche offrirci il nobile materiale legnoso molto ricercato nell’industria del mobile; la gestione riguarda anche la promozione delle attività turistico-ricreative del territorio.
Innanzitutto il Consorzio Forestale dell’Amiata, primo in Italia, ha fregiato il Cono Vulcanico della certificazione forestale PEFC, sistema di gestione che contempla il raggiungimento di una sostenibilità ambientale affiancata a quella economica, coinvolgendo tutte le attività che gravitano nel settore foresta, comprese quelle turistiche. E’ proprio una prerogativa del Consorzio quella di promuovere il territorio in cui opera e sta cercando un contatto sempre più vicino con chi agisce nel settore turistico affinché possa contribuire al suo sostegno continuando tuttavia a gestire da un punto di vista prettamente forestale la montagna. E’ da pochi giorni che si è tenuto un primo incontro con gli albergatori e le associazioni di volontari locali che vogliono occuparsi del rilancio della sentieristica, ciò proprio per poter riuscire a coordinare le forze sul territorio e per richiedere a favore della collettività contributi comunitari per la realizzazione di progetti di potenziamento delle infrastrutture presenti. A tal proposito si ricorda che il Consorzio è in procinto di terminare la ristrutturazione di due rifugi forestali, Capovetra e Fonte delle Monache, che sono collegati all’anello dell’Amiata, in modo da offrire ai passeggiatori l’esperienza del pernotto presso un rifugio forestale.
A fine mese inoltre, il Consorzio presenterà un progetto di ristrutturazione delle aree di sosta e della sentieristica attuale che, se messo a contributo, verrà realizzato nella prossima primavera. Ci rendiamo conto che non è facile essere a conoscenza di tutte le attività che il Consorzio sta mettendo in atto nel bene e per lo sviluppo della montagna ma sarà nostra cura provvedere a rendere informati tutti , residenti o fruitori del nostro territorio, in modo da rendere chiari gli obiettivi che ci muovono, vale a dire, la crescita di uno sviluppo gestionale in nome anche di un fruibilità di servizi ambientalmente sostenibile.
La chiusura del tratto di sentieristica dell’anello dell’Amiata in loc. Scalonaia e Poggio Sasso dei Falchi è stato dunque effettuato, così come accade per qualsiasi altro cantiere aperto, per evidenti ragioni di pubblica incolumità sia nei confronti dei fruitori del bosco sia nei confronti dei lavoratori presenti nel cantiere in lavorazione. La validità dell’azione di tutela della pubblica incolumità si nota proprio attraverso le foto che sono state pubblicate, nelle quali le piante abbattute si trovano proprio lungo la sentieristica all’interno del suddetto cantiere. Purtroppo però i nostri divieti, pubblicati sul sito istituzionale e all’ingresso delle varie strade forestali che conducono al taglio, non sono state rispettate ma al contrario sono state interpretate in senso opposto suscitando indignazioni e persino offese delle quali fatichiamo a capire il senso costruttivo. Non è certo con le offese che si risolvono i problemi ma con la conoscenza vera delle questioni. Va da sé che queste critiche rappresentano per noi un’occasione di crescita e le accogliamo come spunto per un miglioramento che cercheremo di attuare mostrandoci sempre disponibili ad un corretto confronto.
Nell’occasione comunico che è stato individuato un percorso alternativo che bypassa l’area di cantiere in modo che si possa continuare la passeggiata senza tornare indietro una volta trovato il cantiere. Le indicazioni le troverete a breve sia in loco che sul sito istituzionale all’indirizzo www.consorzioforestaleamiata.it e verranno comunicate a tutti i comuni del comprensorio.