ISOLA DEL GIGLIO – “Il gruppo consiliare di Progetto Giglio ‘Contro l’abbandono’, per identificare le cause e le responsabilità dell’eccessivo prolungarsi dei lavori alla Rocca Pisana, ha voluto esaminare attentamente tutta la documentazione relativa alla conduzione della ‘manutenzione straordinaria’ di questa importante struttura storica” spiegano i consiglieri Paola Muti e Guido Cossu.
“Il complesso monumentale della Rocca Pisana – proseguono – rappresenta la più grande memoria storica dell’isola in cui la collettività isolana si riconosce e dal cui uso ne deriverebbero importanti benefici sociali, culturali ed economici, non solo per i residenti, ma anche per tutti coloro che frequentano l’isola a vario titolo e in vari intervalli di tempo”.
Di seguito si riporta tutta la documentazione raccolta da Progetto Giglio.
Nota introduttiva
La Rocca e Fortezza di Giglio Castello è ubicata nell’omonimo borgo medievale, nel punto più alto e interno dell’isola.
Nata in epoca medievale, probabilmente nel X secolo, nel XII secolo divenne proprietà della famiglia Aldobrandeschi che ne modificò notevolmente la struttura originaria, dandole il tipico aspetto dei forti dell’epoca.
Tuttavia, quando l’isola venne conquistata dai Pisani, sia la rocca che il castello furono ampliati e modificati fino a conferirne l’aspetto odierno.
Gli ultimi a mettere mano sulla costruzione furono i Medici che la restaurarono ulteriormente tra il XVI e il XVII secolo.
Oggi questo complesso monumentale è costituito da un cassero a base quadrangolare, disposto su più livelli e poggiante su un lato ad un torrione semicircolare della cinta muraria.
Dal 1990 al 1998, il monumento è stato interessato da lavori progettati ed eseguiti dalla Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici delle Province di Siena e di Grosseto. Con tali interventi si fece un primo e, alla luce degli ultimi lavori intrapresi, vano restauro del monumento.
Il progetto che attualmente interessa la Rocca è destinato all’allestimento del percorso museale e al completamento di ambienti che ancora necessitano di opere di restauro e ricostruzione.
Esame della documentazione relativa ai lavori svolti
Per esaminare la documentazione siamo partiti dallo studio del progetto esecutivo e dalla successiva lettura del materiale documentale fornitoci dall’Amministrazione del Parco dell’Arcipelago Toscano, riguardante la corrispondenza intercorsa tra i vari enti coinvolti nel Progetto: Ente Parco, Comuni di Isola del Giglio e Monte Argentario, Soprintendenza Archeologica e Belle Arti e Paesaggio per le Province di Siena-Grosseto-Arezzo, Agenzia del Demanio Direzione Generale Toscana e Umbria, Responsabile della Direzione dei Lavori e Progettisti.
Dalla documentazione relativa alle specifiche comunicazioni avvenute tra le istituzioni che supportano il lavoro di manutenzione straordinaria della Rocca e dai resoconti, sia della Direzione dei Lavori assegnata dalle Amministrazioni Comunali di Isola del Giglio e di Monte Argentario e sia del Responsabile della verifica e della valutazione dello stato dei lavori nominato dall’Ente Parco (quest’ultime supportate anche da foto) risulterebbero gravi difformità.
Le valutazioni dei vari professionisti, scaturite dal confronto del progetto esecutivo con le successive fasi di realizzazione, denunciano gravi differenze rispetto alla struttura, ai materiali e agli strumenti utilizzati.
Per brevità indicheremo, tra tutte quelle riportate nei resoconti del professionista incaricato alla vigilanza dei lavori, le osservazioni che a noi sembrano più significative e che avrebbero un impatto molto preoccupante sulle operazioni di manutenzione e restauro della Rocca:
1) gli impalcati dei solai non sono stati realizzati come da progetto, essendo stati utilizzati legnami non conformi per spessore e per tipologia di legname, infatti nel progetto definitivo-esecutivo mandato in gara e nell’esecutivo delle strutture depositato al Genio Civile era previsto un impalcato dei solai così costituito:
tavolato poggiato sulle sottostanti travi, in legno massiccio di castagno di spessore
32 – 35 mm;
tavolato ortogonale al primo, di legno di castagno, larice o duglasia di spessore 25 mm.
La ditta esecutrice dei lavori ha utilizzato, invece, un tavolato inferiore da 16-20 mm, ed un tavolato sovrastante in abete bianco da 40 mm.
Questo fatto pregiudica in modo significativo e preoccupante la qualità e durabilità dei solai dato che dovranno e sostituiti nell’arco di pochi anni, con grande spreco di risorse pubbliche;
2) le malte utilizzate per la risarcitura delle murature e per le nuove parti previste dal progetto non sono conformi a quelle prescritte nel progetto approvato. Il Professionista incaricato al controllo evidenzia che le malte, come concordato inizialmente con la Soprintendenza, dovevano essere realizzate con calce pura (NHL 5 per le parti strutturali e NHL 3,5 per gli intonaci e le stuccature), sabbia silicea a spigolo vivo e cocciopesto. Tuttavia, la Ditta sta attualmente utilizzando malte cementizie, malte premiscelate perlopiù cementizie o con legante misto e sabbia calcarea. Tale difformità di malte ha il rilevante potenziale di favorire il distacco tra muratura storica e murature nuove ed inoltre tali malte inquineranno con sali e sostanze non desiderate i paramenti murari antichi. Questo comporta il rischio dell’aumento di muffe, che renderanno insalubri gli ambienti e potranno danneggiare gli oggetti esposti nel percorso museale;
3) la ditta appaltatrice, nella demolizione della copertura, ha lasciato precipitare i materiali di risulta direttamente sull’estradosso dell’antica volta sottostante, senza istallare le dovute protezioni.
L’urto dei materiali potrebbe aver causato danni materiali e chimici agli antichi mattoni e le polveri di cemento derivanti dalla demolizione della copertura, con la pioggia, potrebbero essere assorbiti dal cotto.
Riteniamo che questo modus operandi, pericoloso per le storiche strutture della Rocca, possa essere un indicatore di inesperienza della ditta appaltatrice e della direzione dei lavori nella conduzione di interventi di manutenzione e di restauro di monumenti storici;
4) i ponteggi utilizzati risultano non conformi al progetto iniziale, che prevedeva ponteggi sospesi per scelta economica. Questi comportano una maggiore spesa unitaria iniziale per il montaggio, ma compensata da un risparmio nel nolo mensile successivo. Inoltre nel progetto originario non erano previste opere che occludessero i vicoli sottostanti.
In un allegato del resoconto del professionista assegnato alla verifica delle operazioni e nominato dall’Ente Parco, abbiamo letto il parere di una Ditta specializzata nell’installazione di ponteggi che esprime parere positivo riguardo alla fattibilità di ponteggi sospesi. Quelli istallati nel novembre del 2018 e mai utilizzati almeno fino a gennaio 2020, sono stati montati difformemente al progetto e, sembrerebbe, che solo il 14 maggio 2019 il Direttore dei Lavori abbia eseguito una variante, al riguardo, che ha prodotto un aumento dei costi di 150.000 euro, annullando il ribasso d’asta e superando largamente il 5% ammesso per le varianti in corso d’opera.
È noto che le varianti non devono precedere le implementazioni delle opere ma essere adeguatamente approvate prima di esse.
Inoltre la Ditta appaltatrice dei lavori, in fase di gara e successivamente alla aggiudicazione dei lavori, e il Responsabile della sicurezza, in fase di esecuzione, non avevano fatto alcuna osservazione riguardo ai ponteggi.
Considerazioni sulla selezione della “Direzione dei Lavori”
Con determina 238/2017 avente per oggetto: “incarico prof.le per prestazione di servizi di natura tecnica consistenti nella d.l., coordinam. della sicurezza in fase di esecuzione, assistenza e contabilità di cantiere – lavori di restauro della rocca pisana – Giglio Castello – “Bastreghi” veniva assegnata la direzione dei Lavori all’ingegnere Mario Bastreghi.
A tale proposito ci permettiamo di evidenziare quanto affermato dalla Soprintendenza Archeologica e Belle Arti delle Province di Siena, Grosseto e Arezzo in una sua nota del 13 gennaio 2018 indirizzata al Comune di Isola del Giglio. In questa nota, il Soprintendente Arch. Anna Di Bene, richiese la presenza, in co-direzione lavori, del professionista architetto in quanto, in base alla legislazione vigente, la competenza al restauro specialistico resta in capo alla professione di architetto.
Perché, dopo più di due anni, questo non è avvenuto? Con quali criteri è stata identificata l’attuale Direzione dei lavori?
Considerazioni sulla selezione della ditta che sta eseguendo i lavori
Il 29 dicembre 2019, con determina 273 del Comune di Isola del Giglio, venivano aggiudicati alla ditta “Piombino Edilizia” i lavori alla Rocca e Fortezza del Giglio.
Anche in questo caso, ci siamo chiesti quale fosse l’esperienza acquisita su lavori di restauro specialistico, soprattutto alla luce di quanto indicato al punto 3 della sezione riguardante “L’esame della documentazione relativa ai lavori svolti”.
Abbiamo quindi affidato la nostra valutazione alle note curriculari presentate dalla “Piombino Edilizia” sulla sua website. In generale, la Ditta presenta un interessante curriculum per quanto riguarda esperienza di ristrutturazioni e riqualificazioni di edifici moderni, indicando come esperienza di lavoro su edifici antichi solo la Rocca Aldobrandesca di Suvereto. Questa è, però, una Rocca relativamente piccola e lontana dalle complessità edilizie della Rocca e Fortezza di Isola del Giglio.
Cronologia degli eventi amministrativi più rilevanti
Con la seguente cronologia vogliamo evidenziare anche i lunghi tempi morti, che troppe volte si sono susseguiti.
Il 22 dicembre 2014 con la Delibera di Giunta 85 il Comune Isola del Giglio approva lo schema di accordo di programma con l’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscana relativo ai lavori di riqualificazione della Rocca di Giglio Castello finalizzati alla realizzazione di un percorso museale.
L’Ente Parco, il 30 dicembre, con Provvedimento del Direttore n. 800, approva lo stesso accordo.
Dopo 9 mesi, il 23 settembre 2015, l’Ente Parco sollecita il Comune di Isola del Giglio alla trasmissione del progetto esecutivo. La stessa cosa fa il Ministero dell’Ambiente, il 12 ottobre, valutando anche l’opportunità della revoca del finanziamento.
Il 25 maggio 2017 il Consiglio direttivo dell’Ente Parco delega la gestione dell’opera al Comune di Isola del Giglio, mediante la gestione associata del settore LL.PP. e la Centrale unica di committenza – Cuc, con il Comune di Monte Argentario.
Il 23 ottobre 2017 il Comune di Monte Argentario trasmette all’Ente Parco il progetto esecutivo, ma non ancora definitivo.
Il 4 dicembre 2017, con determina 238, il Comune di Isola del Giglio assegna la direzione dei lavori all’ingegnere Mario Bastreghi e il 29 dicembre, con determina n. 273, aggiudica i lavori alla Piombino Edilizia.
Solo dopo più di 2 mesi, il 2 marzo, lo comunica all’Ente Parco.
Il 19 gennaio 2018 la Soprintendenza richiede al Comune di Isola del Giglio l’incarico ad un architetto per la co-direzione dei lavori (richiesta non accolta)
Il 28 febbraio 2018, con determina n. 46 del Comune di Isola del Giglio, viene dato l’incarico della redazione del Piano della Sicurezza all’Ing. Cesare Scarfò. Il Piano viene consegnato.al R.U.P. architeto Marco Pareti del Comune di Monte Argentario l’11 aprile.
Il 28 novembre 2018, il Parco conferisce l’incarico di controllo sui lavori in esecuzione all’Ing. Cesare Scarfò che viene momentaneamente sospeso il 20 dicembre 2018.
L’11 gennaio 2019 la ditta appaltatrice denuncia carenze progettuali e il 22 marzo sollecita l’Amministrazione Comunale sulla predisposizione ed approvazione degli atti di variante per i lavori che sono stati ordinati.
Il 15 gennaio 2019 l’ingegnere Scarfò consegna gli elaborati del progetto riguardante i solai e le coperture, in attesa dell’asseverazione della Ditta; il 25 marzo richiede al Comune di Isola del Giglio e al Direttore Lavori la necessaria documentazione per procedere al deposito del Progetto al Genio Civile.
Il 2 maggio 2019, torna efficace l’incarico di controllo sui lavori in esecuzione all’ingegnere Cesare Scarfò.
Il 3 maggio 2019 il Gruppo Consiliare “Progetto Giglio” interroga il Sindaco sul fermo lavori della Rocca Pisana. Il 14 maggio il sindaco risponde all’interrogazione e afferma, tra l’altro, che l’opera sarà completata entro la fine dell’anno.
Il 29 luglio 2019 il Gruppo Consiliare “Progetto Giglio” interroga nuovamente il Sindaco sull’erronea concessione alla Ditta Antonio Lauria del subappalto, che viene infatti revocato con determina n. 167 del 12 agosto. Nonostante questo i mezzi della Ditta non abbandonano il cantiere, proseguendo i lavori.
Il 13 settembre 2019, la Ditta Piombino Edilizia comunica al Comune di Isola del Giglio difficoltà nella prosecuzione dei lavori e ne stabilisce la sospensione unilaterale. I lavori riprendono solo il 4 maggio 2020 con la fine dell’emergenza Covid-19.
Il 29 ottobre 2019 la ditta Piombino Edilizia denuncia errori ed omissioni progettuali dovute a carenze dei progettisti e dell’assistente al R.U.P. ingegnere Cesare Scarfò.
Il 14 novembre 2019, l’ingegnere Cesare Scarfò comunica di aver depositato il progetto al Genio Civile con ritardi dovuti alla consegna tardiva di documenti da parte del Comune di Isola del Giglio e della Direzione dei Lavori.
Il 27 novembre 2019, l’Ente Parco chiede chiarimenti ai Comuni di Isola del Giglio e di Monte Argentario e alla Direzione dei Lavori sull’attività del restauro che presenterebbe difformità dal progetto esecutivo.
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Il 23 dicembre 2019, l’ingegnere Cesare Scarfò, per esercitare al meglio le sue funzioni di controllo, richiede all’Ente Parco gli elaborati delle varianti apportate al progetto esecutivo, anche perché, dal giugno 2019 ha redatto una serie di resoconti nei quali denuncia la realizzazione di opere difformi dal progetto approvato e depositato al Genio Civile.
Il 6 giugno 2020 l’ingegnere Cesare Scarfò, con una lettera indirizzata al Comune di Isola del Giglio, all’Ente Parco e alla Soprintendenza, comunica la risoluzione dell’incarico affidatogli dall’Ente Parco di verifica dei lavori di restauro della Rocca e così conclude:
“Nello svolgere l’incarico all’oggetto ho prodotto otto resoconti dettagliati nei quali ho documentato con foto ed allegate descrizioni tutte le numerose opere difformi che la Ditta esecutrice dei Lavori, con il completo consenso ed appoggio dell’Ingegnere Direttore dei Lavori, sta realizzando e che si possono così riassumere (allego l’ottavo resoconto, come libero cittadino, non avendo più alcun incarico in essere, per palesare la gravità della situazione e le difformità da me segnalate):
• difformità dei materiali;
• difformità nella posa in opera;
• assenza totale di riguardo verso le strutture antiche della Rocca”.
Da tutti i documenti letti, dai lunghi intervalli intercorsi tra diversi passaggi istituzionali e non, e dalle non sempre chiare vicende amministrative, deriva la nostra apprensione per lo stato attuale e il futuro destino della Rocca del Castello.
Abbiamo ritenuto importante condividere tali preoccupazioni con gli enti e le istituzioni che sulla Rocca esercitano funzioni di restauro, messa in sicurezza, gestione, tutela e valorizzazione storico-artistica nella speranza di vedere finalmente realizzato, a regola d’arte, il progetto di restauro e valorizzazione di questo complesso monumentale del cui uso e godimento la cittadinanza dell’isola è privata da ormai almeno cinquanta anni.