MARINA DI GROSSETO – «Hanno in mano una perla come Marian di Grosseto e invece di valorizzarla non le presta la minima cura» è questa la riflessione amara di un nostro lettore, Massimo Castaldo.
Castaldo parla di una stagione con tanti turisti, che però trovano una cittadina balneare «dimenticata. Dall’area ex-Gelolandia (e ormai purtroppo anche ex-Cesare), un parchettino bellissimo ma lasciato completamente a se stesso, coi ruderi della spaghetteria a ridosso dei campi da tennis ormai abbandonati da più di 30 anni, all’asfalto di quasi tutte le strade in pineta, devastato e in briciole, ad un altro asfalto “a gradini”, quello del fronte mare di via della Lavanda, dove ogni anno almeno due o tre persone cadono in bici, per arrivare passando attraverso altri mille problemi ad altri ruderi, quelli degli ex-Grandi Magazzini, avvolti da un ormai lercio telo di copertura e da un’impalcatura che viene giù a pezzi».
«Per terminare poi con la passeggiata sul mare, formalmente via Leopoldo II di Lorena, la quale, oltre a panchine storte e dissestate, sanpietrini che “saltano via” dalla sabbia formando crateri e accessi alle spiagge libere a dir poco discutibili, deve fare i conti anche con un altro problema non da poco: il fantomatico sistema di illuminazione».
«Parlo della parte non centrale della passeggiata, quella appunto costruita in sanpietrini. Quella che qualche benpensante ha creduto bene di costellare di palme (molte ormai morte o morenti) e di alternarle con lampioni di acciaio (perlomeno pare sia inox), alti e snelli, che terminano con una o due belle sfere di vetro opalino».
«Acciaio e sfere di vetro? Eh si, proprio a dieci metri o anche meno dalla spiaggia ed è chiaro cosa può succedere se sul mare si mettono pali alti, secchi e appesantiti da queste belle sfere per giunta di vetro: i pali col vento o con l’opera di qualche buontempone si piegano, si rompono, le sfere di vetro cadono col vento o con la pioggia che le riempie d’acqua e le rende pesanti, e si frantumano a terra (diventando un ulteriore pericolo per chi passa), o nella migliore delle ipotesi le lampade smettono, semplicemente, di funzionare. E non una o due. Ma almeno 63. E sono solo quelle che ho contato, proprio stasera, camminando solo dall’altezza del bagno Stella, dove finisce la passeggiata “a colonne” (che perlomeno ha tutte le luci regolarmente funzionanti) ed inizia questa a sanpietrini, fino all’altezza del bagno dell’Aeronautica» prosegue il nostro lettore.
«Andando avanti fino alla fine del viale, fino al bagno Moreno per intendersi, ce ne sono almeno un’altra trentina non funzionanti. Questi lampioni non sono situati solo sulla passeggiata, ma anche sulle strade ad essa adiacenti e perpendicolari, come via Puccini, via Fucini, via Diaz, via della Lavanda, via del Lentisco ecc… E così intere zone abitate oltre che tratti del viale restano completamente al buio ogni sera. E in alcuni casi questo diventa molto pericoloso, dato che strade e marciapiedi sono pure dissestati. A volte ci si imbatte poi in pali ai quali manca completamente la “testa”, gruppo lampade e sfere di vetro, e ciò che resta sono solo due fili scoperti in balia del vento che, se per caso dovessero toccare il metallo del palo, potrebbero fare un bel danno se ci fosse qualcuno appoggiato…»
«Insomma, un altro bello schifo per la povera Marina che si vede “abbuiata” da questa ennesima mancanza di manutenzione. Eh si, una mancanza lunga, dato che in realtà la sensazione é quella che mai nessuno, in quasi 20 anni di vita di via Leopoldo II di Lorena (prima la passeggiata non esisteva) si sia occupato di cambiare anche solo le lampade che man mano si fulminavano. Ogni anno, infatti, le superstiti erano sempre meno. Ormai si fa prima a contare quelle che funzionano. Intere zone, come il parcheggio davanti a Villa Gaia (si, sempre lui, sempre quello della pinetina/discarica) sono oramai rimaste completamente al buio. Come fa il Comune di una località di mare a non controllare queste cose basilari, e casomai sistemarle, prima che arrivi la vera stagione estiva?»