GROSSETO – Il mondo del calcio è in continua evoluzione. Anche se c’è chi sostiene che in questo sport non ci sia più nulla da inventare, è evidente che nuove figure professionali possono certamente aiutare ad arrivare a un migliore sviluppo del gioco. Una di queste è il match analyst che in qualsiasi tipo di staff, dai professionisti ai dilettanti, sta diventando sempre di più un elemento imprescindibile.
“L’importanza strategica è di rilevanza assoluta, al punto che se parliamo di una struttura completa all’interno di una società calcistica, questa nuova figura serve a completare l’organico affiancandosi all’operato del mister, del preparatore atletico e dell’allenatore dei portieri”, spiega Pasquale Silvestro, match analyst dell’Aiapc, l’associazione degli analisti del calcio. Nello specifico però, questa nuova figura sempre più presente nel mondo del calcio, di quali compiti si occupa? “La match analysis si divide in due parti: una quantitativa, legata a numeri e dati statistici, e una qualitativa che si concentra sulla video analisi – precisa Silvestro -. Il ruolo di un match analyst in una struttura calcistica non è soltanto quello del tattico del Mister, ma è molto di più. Può studiare i difetti e i pregi del prossimo avversario che si andrà a incontrare, ma lo stesso lavoro può essere fatto anche nei confronti del proprio gruppo, analizzando con il mister quegli aspetti tecnici o tattici in cui il singolo giocatore, o la squadra, devono migliorare”.
Una duplice funzione quindi, alla quale però se ne aggiunge una terza altrettanto importante, come illustra Pasquale Silvestro: “Il match analyst può fungere da scouting o assistente di mercato, andando ad analizzare un singolo calciatore che è al centro di una trattativa. Ecco allora che l’importanza di questa figura assume ancor più un valore strategico e ciò diventa rilevante se si vuole organizza un settore giovanile di qualità”. Tra le competenze richieste al match analyst c’è certamente quella dell’essere conoscitore della materia calcio, abbinata a una discreta conoscenza dei programmi software che permettano di tradurre il tutto nel lavoro finale, da consegnare al mister affinché lo metta in pratica in campo.
“E’ importante specificare che un allenatore non può essere contemporaneamente anche il match analyst della squadra – conclude Silvestro – in quanto si rischierebbe di svolgere male entrambi i ruoli. In particolare il match analyst, una volta raccolte tutte le informazioni, ha bisogno di qualche giorno di tempo per elaborarle, preparando in modo minuzioso la documentazione da consegnare al mister”. Il ruolo diverso e complementare del match analyst, rispetto a quello dell’allenatore di calcio, è confermato dall’ultima riforma della Federazione Calcio che permette il tesseramento in qualità di Match Analyst presso le rispettive Leghe di competenza a chiunque abbia ottenuto la specifica certificazione presso la federazione stessa o presso un Ente esterno. In sintesi il match analyst non è un allenatore di calcio ma un collaboratore del mister che fa parte dello staff tecnico, specializzato nell’analisi scientifica del gioco.