MASSA MARITTIMA – Dalla donna che ha avuto un’ischemia cerebrale e deve fare la visita di invalidità, all’anziano con problemi gastronitestinali. Sono alcuni dei casi di cittadini che da mesi non riescono a prendere appuntamento in ospedale per una visita.
A parlare per loro, entrambi residenti a Massa Marittima, è Luciano Fedeli, segretario Pci di Grosseto. «Per la prima è la figlia che non sa più cosa deve fare per effettuare una valutazione da fisiatra per sua madre che ha avuto un’ischemia celebrale nel dicembre 2019, dopo ricovero fa domanda di invalidità, a febbraio viene chiamata a valutazione e la commissione chiede una valutazione da fisiatra. Viene preso appuntamento per aprile, pagato il ticket ma la visita sospesa per il virus. Alla riapertura annunciata delle attività la figlia, pazientemente, si mette al telefono per giorni ricevendo una sola risposta: le visite sono sospese se magari ha conoscenze vi si rivolga fa prima. Chiama quindi il reparto e dopo numerose telefonate gli viene risposto che la segnalazione è stata presa e verrà contattata a breve per conferma. Sono passate due settimane ma nessuna risposta è stata data e nonostante le altre numerose telefonate effettuate il numero o è occupato o non risponde nessuno».
«Stessa situazione anche per un anziano residente a Massa Marittima, solo di fatto, preso dalla disperazione perché si sente abbandonato da mesi ai suoi spasmi gastrointestinali che da anni lo affliggono ma che sono peggiorati. Nessuna assistenza durante il lockdown, difficoltà insuperabili dopo l’avvio della fase 3 e ad oggi nessuno delle persone che gli sono amiche e vicine riesce a fissare una visita. Poi le porte si aprono con l’intramoenia e in due giorni tutto risolto pagando e sottraendo quelle poche risorse dalla pensione minima».
«Abbiamo ricevuto e riceviamo diverse segnalazioni da parte di cittadini per gravi ritardi e impossibilità di fissare appuntamenti per visite specialistiche e/o esami diagnostici. Al di là delle specifiche localizzazioni per le quali interveniamo, questa situazione è generalizzata su tutto il territorio provinciale. Una delle situazioni è stata risolta ricorrendo all’intramoenia da parte di un anziano pensionato al minimo che soffre di problemi gastrointestinali e da mesi è rimasto in completo isolamento. Pagherà un servizio che in altro modo risulta inaccessibile, sottraendo, ingiustamente a nostro avviso, risorse importanti da quanto percepisce» prosegue Fedeli.
«La nostra provincia è stata, fortunatamente, coinvolta relativamente dal covid ma ancora oggi sconta quei ritardi nelle patologie non covid “parcheggiate” durante la pandemia che non hanno risposte appropriate e in tempi ragionevoli facendo aggravare lo stato di salute dei cittadini. La nostra non è una critica al personale medico e agli operatori sanitari, eroi di ieri che non hanno ancora ricevuto neppure la gratificazione economica promessa ma una critica profonda a chi ha ridotto il sistema sanitario ai livelli nei quali si trova. Un sistema orientato ad adattare alle logiche di mercato i bisogni di salute dei cittadini con una politica istituzionale e aziendale che ha anteposto logiche di bilancio, burocrazia, risparmio alla tutela della salute».