GROSSETO – “Il basso indice di contagio da Covid-19 attuale non deve essere preso a pretesto per non riorganizzare, secondo nuove prospettive, il servizio sanitario regionale”.
L’appello arriva dall’Opi, l’Ordine delle professioni infermieristiche di Grosseto, che esprime la propria preoccupazione per i mesi a venire.
“Negli ultimi giorni – dice il presidente Nicola Draoli – si è assistito a un dibattito, spesso piuttosto teso, legato ai servizi territoriali. Cittadini e politici, infatti, chiedono all’Azienda sanitaria di tornare alla vecchia logica dei servizi, senza tenere conto, a nostro avviso, che l’esperienza che abbiamo vissuto deve essere presa a pretesto per riorganizzare il sistema, anche in vista dell’autunno”.
L’ordine degli infermieri, infatti, sottolinea come con l’arrivo delle prime sindromi influenzali di stagione è molto probabile che ci sia un nuovo stress del sistema sanitario: “Perché c’è il rischio – aggiunge Draoli – che ogni sindrome di stagione possa essere identificata come sospetto Covid-19 e che quindi si debbano mettere in atto tutto le procedure per tracciare, isolare e testare i pazienti e senza considerare effettivi nuovi focolai che non ci auguriamo. Determinando così un nuovo aggravio per un sistema che, fino a pochi mesi fa, lavorava con una carenza di organico importante”.
Per questo motivo l’Ordine lancia un appello destinato all’Azienda sanitaria, alla politica e ai cittadini: “L’emergenza sanitaria che abbiamo
vissuto – continua Draoli – ci dà la possibilità di trovare nuove soluzioni per l’organizzazione dei servizi, a partire dall’infermiere di famiglia e comunità che troverà attuazione in brevi tempi e che sarà fondamentale, facendo sì che siano più vicini, più comodi e convenienti per il cittadino e provando ad articolarli in modo da garantire quelle misure di distanziamento sociale e quelle regole di sicurezza che dobbiamo continuare a rispettare. La nostra richiesta va a tutela della salute pubblica, perché siamo preoccupati che in questo momento di incertezza sia facile tornare indietro e ritrovarsi poi in difficoltà alla fine dell’estate. Siamo cittadini anche noi e anche noi chiediamo che vi siano risposte adeguate e certe per recuperare i bisogni pregressi e non soddisfatti in questi mesi, come abbiamo detto più volte. Auspichiamo quindi soluzioni immediate ma che si orientino a modelli nuovi e non al passato. In questo però c’è bisogno di una comunicazione coerente verso la cittadinanza, altrimenti a fare le spese della scarsa chiarezza, saranno proprio gli operatori in prima linea, che dovranno fronteggiare il nervosismo e la confusione degli utenti”.
L’Ordine degli infermieri è pronto a fare la propria parte: “L’emergenza Covid ha fatto sì che il servizio sanitario risolvesse una carenza di
personale importante che aveva e ha permesso di assumere nuovi infermieri e operatori sociosanitari. Personale che adesso può permettere di organizzare al meglio i servizi anche sul territorio, garantendo una vicinanza maggiore ai cittadini, ed è questa l’occasione che a nostro
avviso va colta. Il personale va mantenuto e anzi implementato, sia per rispondere ad un adeguato fabbisogno sia per fornire risposte nei nuovi percorsi che non si possono attuare con le vecchie risorse umane. Speriamo quindi – conclude Draoli – che di questi elementi si tenga conto nel dibattito attuale e che il nostro invito serva a non farsi cogliere impreparati o in affanno quando e se sarà necessario uno sforzo
organizzativo in più, tenendo una linea chiara e decisa coinvolgendo i cittadini e i professionisti in prima linea”.