GROSSETO – «Abbiamo appreso da alcuni pendolari del capoluogo grossetano – che quotidianamente utilizzano il treno per recarsi a lavoro a Roma, Livorno e Pisa – che i due Frecciarossa 1000 (direzione Roma e Milano) che fermeranno a Grosseto da lunedì 15 giugno sostituiranno le due precedenti corse Frecciabianca (ex 8626 e 8619 in fascia pendolare serale) sia nell’orario che nei tempi di percorrenza» segnala Grosseto al centro.
«Da una verifica effettuata nel sito di Trenitalia si legge che il prezzo di un singolo biglietto per il Frecciarossa che da Roma (16.57) ferma a Grosseto (18.40) costerà ai cittadini tra il 30 e il 60% in più rispetto ai precedenti Frecciabianca, anche se gli orari e i tempi di percorrenza restano gli stessi».
«Tra i pendolari vi è inoltre preoccupazione per la fruibilità degli abbonamenti su tale tipologia di treno e per gli incrementi di prezzo – prosegue Grosseto a centro -. Essi chiedono che vi sia consentito l’accesso ai pendolari muniti di carta Tutto Treno Toscana alle medesime condizioni dei precedenti Frecciabianca, anche in considerazione del fatto che i tempi di percorrenza non cambiano, dato che quella grossetana non è una tratta ad alta velocità».
«Inoltre, dopo che per l’emergenza nazionale da Covid-19 i Frecciabianca sulla linea tirrenica sono stati azzerati dai primi di marzo ai primi di giugno, diversi pendolari vorrebbero sapere come poter richiedere il rimborso che la normativa Carta Tutto Treno Toscana prevede in caso di variazione dell’offerta».
A tale proposito chiediamo all’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli e al presidente della Provincia di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna di interessarsene e interloquire con Trenitalia affinché venga rivisto il prezzo del biglietto (aumentato fino al 60%) per un servizio che non si aggiunge ma che si sostituisce al precedente mantenendo gli stessi orari e tempi di percorrenza, e affinché venga garantita la fruibilità del servizio ai pendolari grossetani, mantenendo un prezzo congruo per gli abbonamenti. Diversamente sarebbe come aver tolto quei due treni a chi quotidianamente li utilizza per recarsi o tornare a casa dal lavoro».