FOLLONICA – “Ancora una volta ci ritroviamo a parlare dell’inceneritore di Scarlino e del Pd regionale che cerca di trovare la strada per riaprire l’impianto”.
A scriverlo, in una nota, In movimento per Follonica.
“Sono anni, ormai, che il Pd regionale e provinciale tiene il territorio sotto la costante minaccia di un impianto altamente inquinante – proseguono da In movimento per Follonica – in barba alle tante sentenze che lo hanno bloccato sancendone la totale inadeguatezza.
Pur comprendendo le logiche della politica, questo annoso accanimento ci sembra sinistro. A prima vista l’impianto non ha nessuna rilevanza strategica; vecchio, per quel poco tempo che è stato in funzione ha palesato tutti i suoi limiti in termini di rispetto ambientale ed emissioni.
Nessuno avrebbe investito in un impianto senza rassicurazioni politiche. Nel balletto delle posizioni politiche il Pd locale si è sempre trincerato dietro un no all’impianto senza aver, però, mai preso realmente le distanze con azioni forti nei confronti del proprio partito provinciale e regionale.
Nei fatti, se l’inceneritore è ancora lì a spaventare i cittadini per la sua riapertura, è perché il Pd del territorio (che fino a poco fa aveva il totale dominio della politica locale) non ha mai messo in campo quelle azioni utili a decretarne la fine.
E’ evidente da tanto tempo che la sola linea della battaglia legale – pareri pagati a suon di decine di migliaia di euro presi delle tasse dei follonichesi – non basta da sola per vincere, poiché, dopo ogni sentenza, si inizia un nuovo iter di apertura dell’inceneritore in un gioco delle tre carte senza fine a cui crede, ormai, solo chi vuol crederci.
In tutti questi anni, mentre le avvocature si ingrassavano, nulla è stato fatto per trovare un’alternativa occupazionale ai dipendenti dell’impianto. Eppure anche Andrea Benini, per quanto tardivamente, di promesse in questo senso ne aveva fatte. Ha preferito invece rimanere ancorato al Pd per questioni di potere condividendo con il Pd regionale scelte e obiettivi.
Di strumenti concreti il Pd ne aveva come, per esempio, utilizzare i periodi di tempo di stop all’impianto per prevedere una variante urbanistica nell’area che eliminasse definitivamente l’inceneritore: senza previsione nessunoimpianto avrebbe potuto aprire o riaprire. Una variante che prevedesse soluzioni urbanistiche nel senso dell’economica circolare per dare uno sbocco al riciclo dei rifiuti che, senza trasformazione del materiale recuperato, produce solo un costante aumento della Tari.
Tutto questo, se Benini lo avesse fatto, avrebbe dato dimostrazione di coerenza nel no all’impianto – concludono da In movimento per Follonica -. Ora è tutto un arrampicarsi sugli specchi. Carri armati permettendo”.