GROSSETO – “Il tema dell’inceneritore nel nostro territorio è sempre stato argomento ‘caldo’ e strumentalizzato dal centrodestra”.
Così Giacomo Termine, segretario provinciale del Pd.
“Da pacifista – prosegue – considero infelice la metafora dei carri armati usata dal nostro candidato a presidente della regione Eugenio Giani, ma apprezzo la sua precisazione di ieri in cui conferma quanto il Pd locale e provinciale affermano da anni: l’impianto non va aperto.
L’inceneritore di Scarlino non serve a chiudere il ciclo dei rifiuti, la stessa azienda nella settima richiesta di autorizzazione lo vede vocato al trattamento dei rifiuti speciali (fanghi da depurazione, pulper).
Per noi il territorio ha già dato e non può sopportare un nuovo carico ambientale.
Perciò la Regione Toscana non deve concedere la settima autorizzazione, per le chiare motivazioni contenute nelle sentenze del Consiglio di Stato e del Tribunale di Grosseto. Il capitolo va chiuso.
Mi piacerebbe veramente sapere cosa ne pensano i leghisti locali e quelli che siedono in Regione a Firenze. Loro che in consiglio regionale hanno scelto di non votare la risoluzione per la nuova politica dei rifiuti e l’economia circolare approvata da Pd, M5s, Mdp e Leu.
Per non parlare di quello che proprio in questi giorni accade in Veneto, dove il presidente leghista Luca Zaia autorizza un impianto analogo a quello di Scarlino nel territorio del comune di Venezia contro la volontà dei territori.
Che dire? Sarebbe, infine, interessante conoscere l’idea del candidato/a di centrodestra alla Regione Toscana, ma non sappiamo neppure chi sia e non sappiano quali siano le proposte della Lega per la Toscana.
Forse – conclude Termine – non esprimono opinioni per evitare che qualche amministratore leghista locale scelga di restituire la tessera per coerenza”.