GROSSETO – «Se l’ordinanza 49/2020 del presidente della Regione Rossi dichiara di fatto conclusa la fase dell’emergenza sanitaria, con la successiva delibera della giunta regionale 531/2020 si individuano linee guida per la gestione della fase di de-escalation relativamente ai criteri di riorganizzazione della nostra sanità. Di fatto attuando una riorganizzazione complessa che si riverbererà sui bisogni di salute dei cittadini e sulle prestazioni del personale sanitario, che a vari livelli opererà nelle strutture per il prossimo futuro. Ma tutto questo avviene senza nemmeno una semplice informazione alle organizzazioni sindacali». È l’incipit del comunicato rivolto alla direzione dell’Ausl Toscana sudest da Cgil, Cisl e Uil, delle rispettive categorie dei pensionati e della funzione pubblica.
«Se la Direzione generale dell’Ausl sud est pensa di prendere decisioni rilevanti di questa natura senza confrontarsi con nessuno, allora siamo di fronte a un problema serio. Molto serio. Poiché Cgil, Cisl e Uil questo non possono accettarlo. Non solo perché viene saltato a pie’ pari qualunque percorso di confronto istituzionale, ma anche perché non si può procedere alla riorganizzazione della sanità basandosi solo sulla visione tecnocratica degli staff dirigenziali».
«Un’operazione di questo genere – aggiunge il sindacato – non può tenere a latere le rappresentanze dei cittadini che negli ultimi tre mesi hanno subito le drammatiche conseguenze di una pandemia senza precedenti; che solo in provincia di Grosseto ha causato 23 decessi. Così come pensiamo siano dovuti rispetto e considerazione al personale sanitario e a tutte le figure professionali che in questi mesi hanno contribuito al buon funzionamento dei servizi ospedalieri e territoriali della nostra provincia, riconoscendo loro abnegazione e senso del dovere».
«Chiediamo, pertanto alla direzione generale – anche sulla base delle conclusioni del confronto di Area vasta tenutosi mercoledì mattina, nel quale l’azienda si è impegnata a fornire alle organizzazioni sindacali i piani di dettaglio degli interventi previsti dalla citata Dgrt n.531/2020 – di essere messi in grado di capire come verrà riorganizzata la sanità in provincia di Grosseto. E nello specifico con quali criteri si dovrebbero delocalizzare alcune attività di chirurgia. Come si intende affrontare la questione del centro prelievi e quali soluzione si prospettano per un suo eventuale spostamento in altra sede. Quale sia in concreto il piano aziendale per la stabilizzazione dei lavoratori precari. Che tipo di rilevanza avrà la telemedicina nella nuova configurazione dei servizi, come sarà gestita tecnicamente e quale impatto potrà avere sul paziente. Cosa significhi in concreto l’estensione del rapporto con il privato accreditato per il rafforzamento del sistema pubblico di gestione del Ssr».
«Queste sono alcune delle questioni che vorremmo affrontare partendo dai contenuti, sulla base dell’accordo tra Regione Toscana e organizzazioni sindacali sottoscritto il 10 di febbraio scorso. Da parte nostra, a seguito dei cambiamenti di cui alle linee guida accennate, abbiamo chiesto incontri urgenti alla direzione della Rete ospedaliera della Asl sud est, alla direzione della Sds Coeso e alla direzione della Zona distretto delle Colline dell’Albegna, inviando tutto per conoscenza al Direttore generale».
«Ad oggi abbiamo avuto la disponibilità della responsabile della Rete ospedaliera che ci ha fissato un incontro a 24 giorni. Dagli altri silenzio assoluto. È pertanto evidente che con questi presupposti è difficile ipotizzare un atteggiamento collaborativo a senso unico, a meno che non si cambi immediatamente approccio e si garantisca pari dignità nell’interlocuzione».