CASTEL DEL PIANO – “Dopo il primo anno di questa amministrazione presentiamo la nostra opinione sull’azione del governo locale e sul nostro lavoro di un’opposizione aperta, presente e concreta”.
A parlare Samuele Pii, capogruppo del gruppo Tradizione e Innovazione in Consiglio comunale a Castel del Piano.
“La pandemia è un male generale, che ha modificato tutte le prospettive e le pianificazioni – continua -. Questo non basta però a motivare una gestione amministrativa che fin da subito ha mostrato evidenti segni di chiusura, lentezza e approssimazione. A questo modo di fare noi abbiamo risposto con un’opposizione positiva: aperta, presente e concreta. Fin dall’inizio della legislatura ci siamo messi a disposizione, come gruppo di minoranza, per contribuire alla crescita del nostro territorio. Raramente siamo stati ascoltati – la condivisione non è molto praticata da questa maggioranza e crediamo che questa chiusura sia un segno di debolezza – ma non abbiamo intenzione di cambiare metodo.
Abbiamo spinto perché la comunicazione fra il Palazzo e la comunità fosse potenziata, ma non c’è stata risposta. La pagina Fb, creata in piena emergenza sanitaria dopo le nostre ripetute sollecitazioni, certo non basta. Le commissioni consiliari, che possono rappresentare un momento utile di confronto, sono state riorganizzate diminuendo la presenza dei consiglieri di minoranza e, comunque, dopo la prima volta non sono state riconvocate.
Il Consiglio comunale, riunito con una straordinaria frequenza, resta l’unico momento in cui possiamo presentare le nostre idee e non abbiamo perso occasione per farlo, come nel penultimo, in cui abbiamo depositato le proposte del gruppo per accompagnare la ripartenza, che poi sono state accolte quasi in toto dal Sindaco.
Abbiamo presentato interrogazioni a cui non ci è stata data alcuna risposta, come quella sulla “cena fascista”, con sprezzo del Consiglio comunale; mozioni, come quella sulla diretta streaming, che non sono state votate dalla maggioranza: poi ci ha pensato il coronavirus a farci usare la tecnologia e le videoconferenze. Continueremo a chiedere la diretta streaming delle sedute consiliari o la pubblicazione delle sedute registrate perché siamo convinti che la comunicazione è un tema fondamentale per una democrazia partecipata e consapevole. Il nostro gruppo non ha niente da nascondere: siamo i più presenti in Consiglio ed anche più attivi di alcuni assessori.
Nel campo delle opere pubbliche e del decoro urbano, i “cavalli di battaglia” della campagna elettorale, si sono persi lungo la strada, ad esempio, la Cittadella dello Sport o la pensilina delle scuole elementari. Incidenti di percorso che possono succedere e che non c’è bisogno di imputare sempre a colpevoli esterni, che siano la Regione o la Sovrintendenza o l’albero del cortile scolastico.
Le nuove luminarie natalizie ed i presepi nelle cantine del Comune: iniziative piacevoli, ma quali sono stati gli effetti concreti misurabili in termini di maggiori presenze, per esempio? L’illuminazione dei monumenti della zona centrale di Castel del Piano porterà un grande afflusso di persone? Il paese è davvero ritornato un gioiello come l’attuale maggioranza sosteneva in campagna elettorale? E non basta dare la responsabilità alla pandemia; in altri Comuni, colpiti come noi dall’emergenza, le cose sono andate diversamente.
Per ora, lo scarto tra le promesse fatte in campagna elettorale ed i fatti è evidente. L’impoverimento della struttura amministrativa e l’assenza di una strategia sul ruolo del Comune nell’Unione dei Comuni e nel comprensorio provinciale sono motivi di preoccupazione.
Qual è la posizione del Comune di Castel del Piano nei confronti dell’Unione e degli altri Comuni amiatini? Ed il nostro ruolo a livello provinciale e regionale?
Durante il periodo più duro dell’emergenza è stata trovata una linea comune e condivisa a livello di Unione dell’Amiata grossetana, che ha reso più chiare ed utili le informazioni e le azioni intraprese.
Non vorremmo che ora tutto questo si perdesse e di nuovo il Comune percorresse la strada dell’isolamento, o meglio della partecipazione ‘on demand’ – conclude Pii -: per i servizi che funzionano, stiamo nell’Unione, per quelli che a loro parere non sono vantaggiosi, restiamo fuori”.