GROSSETO – «Con l’inizio del mese di giugno moltissimi infermieri ed Oss smetteranno di lavorare, dato che, dalle notizie in nostro possesso, sembra che la Direzione aziendale sanitaria Usl Toscana Sud Est, stia “de facto” considerando “chiusa” l’emergenza Covid-19, non rinnovando i contratti di personale sanitario a carattere “interinale”, che era stato assunto per fronteggiare il “Coronavirus”» afferma la segreteria UilFpl.
La UILFpl Toscana sud est Siena-Arezzo-Grosseto, continua dicendo che «se le notizie pervenute fossero corrispondenti al “fatto concreto”, stigmatizza detta operazione, giudicandola inconcepibile, inopportuna e sconveniente, dato che in tutta l’Azienda Sanitaria Sud Est, la drastica riduzione dei lavoratori “interinali”, i cosiddetti contratti in “somministrazione”, a due giorni dall’inizio del periodo estivo, notoriamente il periodo lavorativo più difficile, dovuto all’aumento di turisti del nostro territorio di fatto con l’emergenza “Covid 19-fase 2”, ancora in atto, con i percorsi ed i servizi consequenziali legati alla “Pandemia”, tutt’ora confermati nella loro attività sia negli ospedali che nei distretti, sarebbe devastante».
«In effetti, appare incomprensibile e sconcertante una scelta come quella prospettata che, se dovesse essere confermata, costituirebbe un vero e proprio “vulnus” per gli operatori sanitari e per la cittadinanza dell’intera Azienda USL Toscana Sud Est, sia dal punto di vista occupazionale che gestionale, nonché riguardo l’erogazione della “Buona Cura”».
«Così facendo, infatti, risulterebbero rimanere pochissimi infermieri e ancor meno OSS, a due giorni dall’inizio delle ferie estive dei dipendenti, quindi con una presenza numerica sicuramente già ridotta e che, in più in virtù del Decreto Legge 18/2020 “Cura Italia”, nonché del successivo Decreto 34/2020 “Rilancio”, vedrà l’aumento di assenze degli operatori sanitari (Infermieri ed OSS) per congedo parentale genitori, congedo legge 104/92, ecc».
«Ci domandiamo (e domandiamo), quale tipo di programmazione sia stata prevista a livello di Direzione infermieristica, tale da giustificare detti “tagli”. Ci sembra davvero sconsiderata la decisione di ridurre personale qualificato, da mesi formatosi in Azienda Sanitaria, decisione tra l’altro non compensata, nei fatti, dagli ingressi che, pur avvenuti in maniera cospicua e che sono stati sbandierati “a più livelli”, come l’occasione di ri-strutturare la sanità pubblica in tema di risorse e dotazioni di personale, sopra tutto per la valorizzazione delle professionalità di infermieri e OSS, non “elevano” il livello quali-quantitativo di personale sanitario dato che, solo in parte, hanno “compensato” una riduzione strutturale di assunzioni in atto da un decennio a causa dei costi della finanza pubblica».
«Detti operatori sanitari (infermieri ed Oss), sono stati più volte, ripetutamente e pubblicamente, definiti “eroi”, salvo, di fatto, almeno in questo caso, ottenere in cambio un “benservito” senza nemmeno il cosiddetto “preavviso”. Ci domandiamo e domandiamo, se mentre questi soldati erano in trincea, dove era la loro Direzione infermieristica, che, a nostro umile avviso, come ogni vero ”comandante”, dovrebbe essere stata “accanto” ai propri “fanti”, in un momento di “guerra” come quello dell’apice “Coronavirus”, in cui si combatteva tra la vita e la morte. Orbene, questi “soldati”/operatori sanitari, non servono più e si lasciano licenziare senza neppure “l’onore delle armi”! La UilFpl non accetta e non accetterà mai queste logiche, che, definiremmo “absit iniuria verbis” molto ciniche, irriconoscenti ed irriverenti della professionalità, dello spirito di abnegazione, della dignità e della tutela di lavoratrici, lavoratori nonché dei cittadini stessi ed esporrà sempre e comunque situazioni inaccettabili come quella testé rappresentata».