GROSSETO – L’associazione culturale “La Piazzoletta” di Semproniano ha aderito, insieme a tutta la comunità, alla campagna di valorizzazione dei “Luoghi del cuore” promossa dal Fai.
Un’occasione unica per tornare a parlare di uno dei gioielli della Maremma, Rocchette di Fazio.
Molti lo conoscono già perché qui ci hanno lasciato il cuore, per chi ancora non ci fosse stato potremmo descriverlo utilizzando le parole dello scrittore mancianese Alfio Cavoli:“Borgo rude, asprigno, tagliato fuori dal mondo, tremendamente tranquillo e silenzioso, nido d’aquila sul culmine altissimo della rupe che strapiomba sul fiume Albegna”.
Rocchette di Fazio si presenta infatti come un borgo dai tratti incantati, tanto da far pensare ad uno dei sorprendenti luoghi elfici sorti dalla fantasia di Tolkien.
Troviamo la località citata per la prima volta con il nome di Rocchetta nel 1216, quando compare tra i numerosi castelli appartenenti alla potente famiglia degli Aldobrandeschi per passare poi, alla fine del secolo, sotto il controllo di Fazio Cacciaconti, figlio del signore di Trequanda, che ne diede l’attuale denominazione.
Durante il XIV secolo, il luogo venne prima conquistato dai Baschi di Orvieto e poi dagli Orsini di Pitigliano, entrando a far parte per un breve periodo di tempo dell’omonima contea. Nel corso del Quattrocento il centro venne conquistato da Siena e ne seguì le sorti fino alla caduta della Repubblica avvenuta a metà del XVI secolo.
Da allora, il paese andò incontro ad un lunghissimo periodo di declino, in quanto area periferica del Granducato di Toscana. Nella seconda metà del secolo scorso hanno avuto inizio una serie di restauri per il recupero del centro storico, che si sono conclusi nel 1998 con il rifacimento della pavimentazione in gran parte del borgo.
Ai piedi dell’antica rocca si trova la chiesa di Santa Cristina, fiera e maestosa in perfetto stile romanico, la cui parrocchia fu definitivamente abolita nel 1884.
All’interno conserva ancora tracce di pregevoli affreschi di scuola senese databili al XV secolo, tra cui spicca la bellissima immagine di san Sebastiano, mentre in facciata, l’elemento che colpisce il visitatore, è sicuramente la croce patente scolpita sul portale, simile a quella attribuita all’Ordine di Malta.
Appena fuori dalle mura, fu edificato l’”Ospedaletto” dedicato a San Tommaso, l’ edificio di Rocchette che più ha infiammato la fantasia dei neo- ricercatori Templari. La sua architettura racconta una storia ancora tutta da scrivere, fatta di simboli, scritte e sculture, come il volto incastonato sulla parete est la cui identificazione è ancora avvolta nel mistero.
Appena sotto la ripa, lungo la strada di Bellafreddi si trova il Fontanile Leopoldino, attualmente oggetto di restauro. Usato per secoli dai rocchettini come lavatoio per i panni e abbeveratoio per gli animali, fu ristrutturato da Pietro Leopoldo di Lorena nel 1758.
Rocchette di Fazio è stato un importante castello sia dal punto di vista economico, politico e soprattutto militare; da Rocchette partivano due strade, la prima scendeva al ponte dell’Albegna e si collegava alla via Clodia, la seconda andava verso nord fino l’Amiata. Detta via Del Sale, attualmente è un bellissimo sentiero per il trekking che speriamo possa essere percorso a breve.
E’ possibile votare Rocchette di Fazio cercando il borgo nella pagina dedicata ai “Luoghi del cuore” Fai o cliccando QUI.